Il “Sistema Rivarossi”

di Quirino Marignetti

 

Rivarossi fin dagli inizi, oltre ai rotabili, ha prodotto e commercializzato accessori, alcuni indispensabili, come binari e deviatoi, altri di arricchimento e completamento del plastico, come gli edifici della Modital in catalogo fin dal 1947.

Negli anni '50 gli accessori vennero inseriti nella Serie Gialla, ma è negli anni '60 che l'Azienda arriva a definire un "Sistema Rivarossi": non più singoli accessori di vario genere, ma ora parte di "un tutto", un sistema organico per la realizzazione  di una "ferrovia in miniatura".

Dal 1966 Vennero pubblicati anche alcuni manuali intitolati "I treni H0 Sistema Rivarossi - manuale dei tracciati e dei circuiti elettrici".

La definizione di un Sistema Rivarossi aveva uno scopo commerciale: fidelizzare i clienti, che utilizzando solo materiale Rivarossi potevano realizzare una ferrovia omogenea e perfettamente funzionante.

Esistevano inoltre motivazioni tecniche: l'Azienda in quel periodo iniziava a realizzare le imponenti locomotive Mallet americane che erano costruite per girare sui circuiti Rivarossi, con le curve di dimetro 80 cm, i suoi scambi e le sua linea aerea.

Da "I treni H0 Sistema Rivarossi - manuale dei tracciati e dei circuiti elettrici" del 1971

Con la definizione di “SISTEMA RIVAROSSI”  si intende tutto il complesso dei supporti tecnici che sono stati forniti al cliente e al modellista per facilitare e guidare la realizzazione degli impianti, a partire dal semplice e classico ovale, che consente semplicemente di far “girare” il treno, fino ai plastici più articolati nei quali poter svolgere manovre complesse facendo “circolare” più convogli.

Nel corso degli anni con l’acquisizione di un’ esperienza sempre maggiore, il SISTEMA  RIVAROSSI  è progressivamente diventato una vera e propria infrastruttura con una precisa  progettazione delle geometrie ed una applicazione di tecnologia estremamente funzionale ed avanzata che, spazio permettendo, consentono la costruzione di stazioni, scali e impianti di notevole effetto realistico grazie anche alle originali idee applicate per la soluzione dei vari problemi tecnici.

Certamente accanto all’efficienza tecnica l’impatto realistico è stato mediato dalla estrema attenzione nella riproduzione del “vero”, cosa sempre perseguita dall’azienda e sempre perfettamente armonizzata con la funzionalità, in uno stile RIVAROSSI assolutamente originale e mai eguagliato.

Il SISTEMA è costituito da tutta la gamma di materiale  non rotabile, definito anche “materiale d’armamento”, che comprende, oltre ai necessari alimentatori,  Binari Scambi e Massicciata, Linea Aerea a Catenaria e Pali, Stazioni e Accessori ed infine il vasto gruppo di Accessori automatici,  rappresentato da Passaggio a livello, Piattaforma girevole, Rimesse per locomotive, Semafori con scatole di comando e relais e Sganciatore magnetico ed elettromagnetico.

 

 

Binari

Linea Aerea

Segnali

Piattaforma girevole

Sganciatore elettromagnetico

Passaggio a livello

 

BINARI, SCAMBI E MASSICCIATA

La produzione iniziale era costituita da binari con basetta in bachelite e traversine verniciate ed in rilievo per permettere (come recita la descrizione nel catalogo) “l’introduzione di fine ghiaia atta ad ottenere un effetto maggiormente realistico”.

Il binario era trafilato con sagoma riproducente quella reale ed era già in metallo nichelato per una migliore conducibilità e per evitare la ruggine.

La gamma dei prodotti era limitata a due tipi di curve con diametro di cm 75 e 150 e ad elementi dritti da cm 18 (entrambi con i rispettivi ridotti da ½ e da ¼), e a scambi dx e sn della lunghezza di cm 13,5.

Questi ultimi venivano forniti in confezioni da due unità, dotati di motore e fili di collegamento per il comando a distanza, poggiavano su un’ampia base  e presentavano la parte mobile degli aghi in unico blocco in lamierino. Il pezzo risultava ingombrante e poco realistico ma assolutamente  accettabile se confrontato con le altre produzioni dell’epoca. 

Nella gamma dei prodotti era già presente un elemento speciale con una calamita inserita tra le traversine che permetteva lo sganciamento dei vagoni in maniera davvero funzionale senza ausili meccanici e “senza fili”.

Una curiosità: in quegli anni, in catalogo, nella descrizione degli articoli, oltre alle dimensioni delle sezioni ed ai raggi di curvatura, veniva indicato anche il peso in grammi dei singoli elementi.

Con l’avvento della plastica si abbandonò il bellissimo binario colorato per un elemento forse meno bello ma molto più versatile e snello.

Esso è costituito da una base di plastica nera riproducente le traversine in legno (piuttosto sottili e fragili) alla quale è ancorato il binario: dapprima mediante fissaggio con barretta di metallo sottostante,  successivamente mediante incastro in traversine di maggior spessore e robustezza.

Per il nuovo binario vengono adottate misure standard che consentono la costruzione di circuiti con interbinario costante. le curve sono di tre raggi diversi (cm 40, 50 e 60 ca) e permettono pertanto la realizzazione della linea a doppio binario parallelo non possibile precedentemente e più aderente alla realtà.

Gli scambi sono costruiti con motori meno sporgenti e composti da elementi equivalenti  ai semplici binari e pertanto diventano facilmente inscrivibili nei vari punti dei tracciati.

Essi sono forniti in due versioni: con comando manuale o con comando elettrico a distanza, con la possibilità, in quest’ultima versione, di inserire l’originalissima “marmotta illuminata” che aggiungeva agli impianti un tocco di realismo davvero particolare.

La gamma dei prodotti si arricchisce ulteriormente: compaiono l’incrocio ed il “deviatoio inglese” semplice e, in un momento successivo, gli scambi in curva, così preziosi per guadagnare spazio e dare alle banchine delle stazioni una lunghezza più congrua ad accogliere convogli di composizioni più ricche.

La massicciata, venduta separatamente, è una trovata singolare anche se discutibile: si tratta di una spugna grigia sagomata non facile da inserire tra le traversine, con un buon effetto fono-assorbente ma di durata non garantita.

La gamma dei binari è completata da elementi di varie lunghezze, da elementi speciali con controrotaie di contatto per il funzionamento di automatismi, e da terminali.

Il tutto è corredato dalle scatole di comando per scambi e segnali, dal relais per automatizzare blocchi e scambi e da cavetti con spinotti vari per i collegamenti.

A questo proposito c’è una nota forse negativa che riguarda la “famigerata” piastrina di alimentazione del binario della quale tutti ricorderanno il difficoltoso contatto.

Tra gli accessori ricordiamo l’invertitore di polarità che permetteva la realizzazione di circuiti con “cappio di ritorno”  per quei pochi che all’epoca uscivano dalla consuetudine del circuito “ovale”.

Nel 1966 un binario semplice costava £125 ed uno scambio elettrico ben 2300, per cui la produzione “Modello”, come per i rotabili, fu affiancata dalla serie economica “rr” con costi più contenuti.

 

LINEA AEREA, CATENARIA E PALI

Nel SISTEMA RIVAROSSI è possibile far circolare due treni indipendenti senza sezioni isolate di binario grazie alla realizzazione della linea aerea e di locomotive dotate di pantografi davvero funzionanti.

Inizialmente la linea di contatto era costituita soltanto da un semplice filo, efficace e funzionale ma decisamente poco realistico.

I sostegni erano piuttosto essenziali e grossolani nella riproduzione degli elementi orizzontali, mentre il palo era molto realistico presentando la sezione a tre diametri decrescenti.

 

 

Il colpo d’occhio cambiò decisamente quando venne prodotta la catenaria; essa era uno stampato di rame con lunghezze che riproducevano quelle standard dei binari e con elementi sagomati per scambi, incroci e curve.

Il sistema di montaggio era molto semplice: si inseriva il filo di contatto in un tubicino di rame sostenuto dal braccio di poligonazione mentre i cavi di sostegno agganciavano il braccio orizzontale del palo con un semi-occhiello e erano tenuti insieme da un geniale isolatore di plastica di grande effetto anche se un po’ sovradimensionato.

La centralità della catenaria era garantita dalle basette di cui erano provvisti i pali che assicuravano assoluta solidarietà tra palo e binario fornendo anche maggior robustezza all’apparato.

Vennero prodotti anche pali speciali per pensiline senza basetta per l’inserimento nelle banchine delle stazioni e nel passaggio a livello ove erano predisposti dei fori opportunamente occultati e posti a distanza standardizzata.

 

ACCESSORI AUTOMATICI

La sezione degli accessori automatici ha rappresentato un vero e proprio fiore all’occhiello del SISTEMA RIVAROSSI, espressione della avanzata capacità tecnologica posseduta e sempre egregiamente coniugata con l’accurata attenzione alla riproduzione del vero.

Gli accessori automatici hanno consentito la realizzazione di plastici con la possibilità di circolazione di numerosi convogli e di effettuazione di realistiche manovre con un risultato ancora oggi sorprendente, soprattutto se lo pensiamo realizzato in un epoca alquanto precedente a quella della digitalizzazione.

Gli accessori automatici comprendono i segnali luminosi con i loro rispettivi comandi manuali ed automatici, la piattaforma girevole con i depositi per locomotive, lo sganciatore elettromagnetico e il passaggio a livello.

I segnali luminosi, con luci rossa e verde, sono un prezioso corredo tecnico e scenografico che, oltre a svolgere un ruolo funzionale indispensabile per il funzionamento di più convogli, conferiscono al plastico un effetto scenico estremamente realistico specie nell’allestimento dei piazzali delle stazioni.

Negli anni 50 troviamo in catalogo, contrassegnato dalla sigla RD/SA, un complesso semaforico costituito da un segnale con 2 luci separate, una rossa ed una verde, a vela quadrata e di disegno un po’ fantasioso che fa corpo unico con un binario “sezionato” con giunzioni isolanti ed una casetta porta attrezzi contenente i relais per il funzionamento, il tutto corredato ovviamente dai necessari fili elettrici di collegamento.

L’apparato permetteva l’arresto e/o la partenza del treno senza agire sulla erogazione della corrente ai binari ma fornendo (o togliendo) corrente al tratto di binario sezionato tramite una scatola di comando ad interruttori (Pb4) che, contestualmente, permetteva l’accensione delle diverse luci. In tal modo era possibile far circolare sul plastico, contemporaneamente, un numero di convogli limitato soltanto dal numero di semafori disponibili.

Negli anni 60, mantenendo lo stesso sistema di blocco con binario sezionato collegato al semaforo, viene notevolmente migliorato l’effetto realistico grazie alla introduzione del semaforo con unico riflettore contenente 2 luci e con vela rotonda, che riproduce fedelmente nel disegno e nei colori il segnale di prima categoria delle FS.

Tale elemento viene successivamente prodotto anche nella versione con doppia vela.

Per un numero limitato di anni fu prodotto anche un bellissimo modello di semaforo con ala mobile dotata di fori per il diverso colore della luce e costituito da una realistica asta di supporto con scaletta e da una ingombrante base di forma allungata che conteneva l’apparato elettro-meccanico necessario al funzionamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

Tutti questi semafori potevano essere azionati manualmente, attraverso le scatole di comando Pb4 e successivamente Pb2, oppure automaticamente, al passaggio del treno su binari speciali dotati di controrotaia di contatto e collegati con un relais dedicato.

Il relais prodotto permetteva l’apertura e la chiusura di due circuiti elettrici indipendenti per cui, con l’opportuna collocazione delle rotaie di contatto in punti strategici dei tracciati, si poteva ottenere l’apertura e chiusura di scambi e la commutazione dei semafori con la conseguente variazione dello stato di marcia dei treni ottenendo delle sequenze preordinate e dando vita a scene ferroviarie variamente articolate senza bisogno di intervenire continuamente sui comandi.

Uno scenario fortemente  suggestivo è rappresentato certamente dalla piattaforma girevole  accoppiata o non con le rimesse per locomotive.

Riportiamo il testo descrittivo del catalogo 1966/67.

La piattaforma è dotata di tre binari d’ingresso collegati alla rete del tracciato e di 11 uscite elettricamente isolate che permettono pertanto la sosta di altrettante locomotive su binari morti o alloggiate nelle rimesse.

Il ponte girevole che serve tutte queste uscite è dotato di un proprio binario e presenta ad una estremità la riproduzione di una cabina di manovra per il personale nella quale è alloggiato e opportunamente nascosto il motore elettrico necessario al funzionamento.

Il lungo ponte ( cm 34 ) poggia su ruote ad ingranaggi realmente funzionanti, ruota azionato da una scatola di comando dedicata e, grazie ad un meccanismo disgiuntivo, si arresta automaticamente ogni volta che il suo binario coincide con una delle uscite. Tale coincidenza determina automaticamente il passaggio di corrente al tratto di binario sotteso permettendo la partenza dal binario morto o dalla rimessa della locomotiva selezionata.

Le rimesse sono dotate di proprio binario e di porte automatiche  e riproducono fedelemente le rimesse di Milano Smistamento; grazie alla loro pianta settoriale possono essere accoppiate in numero variabile con un effetto finale davvero suggestivo.

In definitiva il complesso costituisce un oggetto assolutamente pregevole sia dal punto di vista estetico  che tecnologico con solo due punti negativi (senza parlare dei costi) rappresentati da una certa rumorosità durante il movimento e dalle dimensioni davvero ingombranti.

 

Se piazzali di stazioni e depositi per locomotive hanno un grande impatto realistico grazie agli accessori fin qui illustrati, l’ambiente dello scalo delle merci e della sosta dei vagoni non è da meno grazie allo sganciatore elettromagnetico.

Il semplice sganciatore, già visto nel paragrafo dedicato ai binari, aveva il limite di non permettere la selezione  dei gruppi di vagoni da sganciare  essendo costituito da un magnete permanente. Il problema viene brillantemente risolto dai tecnici Rivarossi con la sostituzione della calamita con una espansione polare comandabile a distanza, generando a piacere il piccolo campo magnetico e permettendo quindi di scegliere le sezioni di treno da separare di volta in volta.

La soluzione tecnica offre il vantaggio di poter utilizzare un unico elemento sganciatore che, se collocato in un punto strategico del circuito, permette di effettuare qualunque manovra per la composizione ed il ricovero dei convogli e, con l’ausilio dei coprigancio anche la realistica manovra “a spinta”, come viene meticolosamente illustrato nelle spiegazioni in catalogo.

Il passaggio a livello rappresenta l’accessorio automatico più semplice di quelli prodotti da Rivarossi e sicuramente il più venduto.

Se è possibile pensare ad un plastico senza piattaforma girevole non lo si può certo immaginare senza passaggio a livello che rappresenta nella realtà il contatto più frequente con il treno anche quando non lo usiamo.

Nella realizzazione di questo accessorio RIVAROSSI ha curato, insieme alla versalità e alla facilità di inserimento in qualunque tracciato, anche l’assoluto effetto realistico riproducendo fedelmente (come farà per le stazioni) un impianto realmente esistente.

L’apparato è costituito da tre elementi: due esterni dotati di sbarre ed uno centrale contenente un binario speciale, di misura standard (20 cm), inglobato nella sezione stradale.

I tre elementi sono tenuti insieme da finti paracarri e sono separabili, costituendo   un sistema modulare che permette di far passare tra le sbarre, attraverso l’inserimento di altri elementi centrali prodotti separatamente, un numero variabile di binari a seconda delle esigenze dell’impianto.

Ciascuna delle sbarre è munita di motore elettrico opportunamente nascosto in finti cassonetti e che presenta un movimento un po’ troppo brusco per simulare quello reale; sicuramente sarebbe stato più realistico un motore sotto plancia, ma ciò avrebbe ristretto le possibilità di utilizzo soltanto negli impianti fissi e dotati di tavolo proprio, mentre così è stato possibile utilizzare l’accessorio in qualunque tracciato volante montato magari per terra o sul tavolo del tinello.

La chiusura delle sbarre è affidata al passaggio del treno su un binario speciale dotato di controrotaia di contatto e permane finchè ci sono rotabili che lo impegnano.

Il binario speciale di contatto è un elemento dritto lungo 20 cm che, inserito in numero congruo, permette l’azionamento delle sbarre a distanza. Purtroppo non furono realizzati elementi di contatto curvi per cui, per avere una chiusura non proprio all’ultimo istante, occorre inserire il PLA in un adeguato rettilineo. In alternativa si può interporre un relais comandabile da qualunque punto del tracciato essendo collegabile a piccoli elementi di contatto sia dritti che curvi.

A parte la velocità di chiusura delle sbarre l’effetto realistico è davvero di grande livello per la perfetta riproduzione del vero e per i particolari ambientali riportati.

Le qualità della riproduzione del semplice casello, che ritroviamo in tutti i fabbricati RIVAROSSI, saranno illustrate in un capitolo dedicato ai fabbricati oggetto di altra trattazione.

A corredo di questa infrastruttura il SISTEMA RIVAROSSI è completato da una gamma  di attrezzi dedicati che insieme alle parti di ricambio ed alla consulenza dei tecnici ha fornito all’utente un’assistenza globale assolutamente innovativa e non consueta per  l’epoca. 

 

La Produzione Rivarossi