RRagazzi RRivarossi

DUBINO 2016

di Maurizio Allegra e Pietro Sedoschi 

 

testo di Massimo Cecchetti su traccia degli autori

 

Tutte le foto di questo servizio sono state volutamente virate al BN per cercare di ricreare

 al meglio  l'atmosfera di quegli anni

 

Lo so, non è sempre facile da accettare, eppure tutti i RRagazzi RRivarossi, consciamente od inconsciamente, hanno sognato, condiviso, aderito, nei loro plastici, alla grande magistrale regia industriale di Como.   Ci formammo tutti all'estetica lariana, a quel lieve equilibrio tra modelli, edifici e paesaggi e alle soluzioni elettrotecniche derivate, convinti che fossero le uniche soluzioni praticabili. Tutti ricordiamo la frase, leggermente  minacciosa, che ci ingiungeva di non allontanarci mai dal “sistema Rivarossi” a rischio di danni irreparabili ai nostri modelli.   Seguendo ancora queste regole, ormai radicate in noi , più di 50 anni dopo, due RRagazzi RRivarossi sentono il bisogno di ricostruire un plastico ancora secondo quegli schemi e quella delicata estetica.  E incredibile a dirsi con gli stessi materiali di allora miracolosamente conservati nelle loro scatole originali!      

 

Eccoli i due RRagazzi RRivarossi, Maurizio e Pietro, affacciati, più di 50 anni fa, alle vetrine del negozio Tromby di Udine. L'attenzione sul plastico era tale da far dimenticare la presenza dei grandi che accompagnavano e strattonavano, non comprendendo il troppo lungo ed esagerato interesse verso il plastico.   Che non era solo diretto alla mera contemplazione estetica del manufatto ma ad un reale approfondimento delle tecniche di realizzazione e sviluppo.  E che presupponevano una sosta davanti alle vetrine di almeno mezz'ora. Eravamo, allora, già più grandi rispetto alla nostra età anagrafica.

 

 

Ma la vita ha offerto a Maurizio e Pietro un'occasione davvero unica: la foto di allora con i due autori, in quegli anni anagraficamente “ragazzi”, ha spinto oggi Maurizio e Pietro alla riapertura di casse, scatole e cassetti ripieni di un bendidio rivarossiano ancora integro. La voglia di ricostruire “come allora” un plastico originale, piccolo ma estremamente rappresentativo,  fa di questo avvenimento un fatto irripetibile e che Rivarossi memory vuole raccontare.

 

un piccolo esempio dei tesoretti riportati in vita dagli autori. Scatole e contenuti si sono tutti perfettamente conservati.  Materiale rotabile, binari, accessori, cavi, cavetti, relais, scatole di comando, trasformatori... tutto ha ripreso a funzionare come allora. Le modeste ossidazioni, inevitabili, fisiologiche e facilmente rimosse, non hanno minimamente influito sul funzionamento di treni ed accessori.  Solo pochi scambi, anzi il loro “cuori”, hanno subito la peste della zama ma sono stati abbastanza facilmente rimpiazzati.  

 

 

IL PLASTICO                                                                                                                       

Tra i più semplici dei tanti Rivarossi originali (visibile su “20 plastici Rivarossi” - Briano editore) fu prodotto e realizzato per reclamizzare la nuova stazione Dubino. Tra il 1960 ed il 1962 furono immesse sul mercato le tre stazioni (Dubino, S.Nazario, Pergine) e naturalmente a Como si premurarono di allestire quanto prima plastici adatti ai volumi delle tre stazioni. Ovviamente a Dubino toccò il più piccolo e semplice ma non meno importante.  Sulle riviste specializzate apparve anche lo schema del tracciato ed elettrico a cui hanno fatto naturalmente riferimento i nostri Amici fermodellisti.   Qui sotto lo schema di stazione tratto da “Rivarossi - Manuale dei tracciati e dei circuiti elettrici” - Ed. 1966”               

 

 

plastico Dubino.2016 con la posa dei binari e catenaria già ultimati ed in attesa di un check up generale per gli automatismi ed il funzionamento. I due RT3 ed un TF A1 forniscono energia a tutto l'impianto compreso l'automatismo (un semplice va e vieni temporizzato sulla sella di lancio) e l'alimentazione dei due treni in movimento sincronizzato con sosta sul raddoppio. Grazie alla catenaria (e al sistema Rivarossi!) i due treni possono correre in senso opposto, alternandosi uno dall'altro. Osservando con attenzione la foto si nota anche come i nostri Amici fermodellisti abbiano posizionato correttamente la scalo merci con la rampa rivolta verso la strada e verso Dubino

 

Una foto da manuale, anzi da redazione di H0rr, in una piccola magia fotografica degli Autori.  Proprio come allora sono presenti lo spezzone di binario con piccolo convoglio, riviste, cataloghi, forbici, martello e chiodi. Sullo sfondo scatole originali e uno degli RT3 dell'impianto. In primo piano, in bella evidenza, un segmento di “massicciata”  elemento quasi indispensabile nella ricostruzione dei plastici doc RR. Grazie al produttore inglese PECO, è possibile oggi disporre anche questo accessorio (l'originale si è, come ben sappiamo, letteralmente “volatilizzato”) e che contraddistingueva notevolmente l'armamento, l'estetica e l'insonorizzazione dei plastici di Como.

 

una foto da coccolone:  la AN 1 in sosta  sul primo binario. Il viraggio della foto in BN ed il posizionamento dell'automotrice nel suo giusto contesto, rendono il modello estremamente credibile e tutt'altro che anacronistico.  Nel piccolo francobollo a colori la mitica “scarpetta rossa” elemento indispensabile per qualunque automatismo nei plastici Rivarossi.

 

Anche qui si sfiora la qualità delle copertine di H0rr.  Forse un piano così ravvicinato in Rivarossi non si era mai visto con le fotocamere dell'epoca, tuttavia il materiale ritratto mantiene un altissimo grado di dettaglio e di qualità. La pompa d'acqua Faller, a catalogo per decenni, è stata ritrovata dagli autori nelle sua versione motorizzata. E la locotender Gr 851 è splendida e raffinata come sempre.

 

Un merci, trainato da una e646, con pantografo posteriore correttamente alzato, ha appena oltrepassato il PL “Dubino” e si accinge a raggiungere la stazione. Meravigliosa, in questa vista di ¾ dall'alto,  la fermata viaggiatori con il suo inconfondibile e struggente stile fine ottocento. Ma quale altro produttore, se non Rivarossi, poteva offrire, oltre ad una semplice FV anche un pizzico di archeologia ferroviaria? Non mi vergogno a dire che si tratta non solo di un modello ma di una piccola opera d'arte!

 

Un piccolo ma gustoso particolare del plastico. Gli autori, dopo aver consultato le uniche tre foto originali del plastico scoprono come anche in Rivarossi il plastico avesse subito un piccolo rimaneggiamento. Nella foto complessiva apparsa su “20 plastici Rivarossi - 1965” è presente la stazione di servizio Shell assieme a tre villette mentre nell'editoria di Como (H0rr n.43 e Manuale dei tracciati e circuiti elettrici) il plastico appare ancora spoglio di edifici civili. E' evidente la fretta di finirlo probabilmente per la presentazione a qualche fiera (Campionaria Milano?) e solo successivamente rifinito al meglio con l'aggiunta degli edifici civili Faller. Sono perfettamente integrate invece le Fiat 600 e 1800, quest'ultima proveniente dal carro articolato per trasporto autoveicoli. Sullo sfondo il passaggio a livello perfettamente completato di deposito ghiaia e di segnali stradali.

 

Un piccolo convoglio transita a Dubino... ovviamente lancia il suo fischio di avviso, compito svolto però dal bagagliaio 2514, tra le novità del 1961-62.

 

La ripresa dall'alto ci fa vedere un momento di manovra della A BL/R nella sua versione “rr” con pantografo non verniciato.  Sul secondo binario una “micetta” Aln 668  aspetta il via dal semaforo di blocco SB2. L'automotrice tiene correttamente la mano sinistra.

 

Un classico delle ferrovie reali: loco a vapore, bagagliai a carrelli e a due assi e in coda tre o quattro.  Anche in Rivarossi era possibile fare altrettanto ma la composizione oltrepassava le tipologie convenzionali dei convogli che eravamo abituati a vedere su riviste, pubblicazioni e cataloghi della Casa.

 

Una piccola licenza poetica dei due Autori che così chiudono in bellezza il loro articolo. Non era consuetudine reclamizzare, in RR, le doppie trazioni; non lo permettevano una serie di problemi (motori, alimentatori, ganci) irrisolvibili al tempo. Ma Maurizio e Pietro non hanno resistito alla voglia di almeno impostare fotograficamente un simile traino, frequentissimo invece nella realtà e proprio con queste macchine.  Il risultato è perfetto! 

 

Bravi e grazie!

 

Plastici Rivarossi