RRagazzi RRivarossi

 

 

PLASTICO ARMANDO FERRACUTI

Testi Massimo Cecchetti su traccia dell'autore – Foto Armando Ferracuti

 

 

In questa pagina è documentata un'intera vita fermodellistica, dagli inizi nel 1955 fino ai più recenti lavori della maturità, di Armando Ferracuti, fermodellista rivarossiano. La sua evoluzione varia dal primo incontro con il treno elettrico Rivarossi fino all'adeguamento alla scala corretta, negli anni '80, e con tutta la conseguente e autentica rivoluzione tecnica e commerciale che ne è derivata. Ricordiamo che, nella seconda metà del '900, la sola Azienda in grado di produrre modelli italiani di qualità era Rivarossi ma che con l'avvento sul mercato del fatidico e626 Roco (presentato al Salone del giocattolo di Milano nel febbraio del 1980) i mercati e soprattutto gli appassionati subirono una fortissima trasformazione.

Anche Armando, come chi vi scrive, visse quel momento con forte emozione scoprendo che il “mito Rivarossi” non era più tale e che gli aggiornamenti della casa comasca tardavano troppo a venire e anche malvolentieri. Il panorama fermodellistico in quegli anni era piuttosto depresso con una Rivarossi, dai modelli di qualità ma di scala errata e di concezione ormai obsoleta, una Lima, con un fermodellismo giocattolesco, spartano ed economico e sulla soglia un nuovo produttore austriaco, esteticamente e meccanicamente ineccepibile, e pronto a sferrare una autentica invasione di campo ed un potente attacco commerciale.

Ma la passione non mollò e Armando, oggi, ci fa vedere le foto analogiche del suo primo plastico, rigorosamente in BN, e la sue esperienza contemporanea, con foto in digitale e a colori. Ma elemento comune... i treni Rivarossi!

 

 

 

LE BASI DEL FERMODELLISMO

Fortunatamente Armando è riuscito a conservare, del suo primo plastico, almeno 3 fotografie, in BN. Opportunamente rivitalizzate da Photoshop dimostrano come Armando avesse perfettamente assimilato e realizzato una propria filosofia fermodellistica. Gli edifici hanno tutti un loro perché ed una posizione coerente sia con la ferrovia che con la loro funzione civile. Come sempre le conifere Faller sono poche ma sistemate in modo da “occupare” il più spazio possibile attorno alla piccola chiesa, con l'auto del parroco parcheggiata lì accanto. E come sempre il distributore Faller sta “facendo benzina” ad una Mercedes di Wiking.

 

 

 

Il piccolo plastico si mostra in un campo lungo. La linea ferroviaria è discreta e piacevole, un semplice ovale con un unico scambio che offre a Dubino un tronchino di sosta ma anche un binario di transito. L'armonia paesaggistica è notevole, come ci raccomandava Alessandro Rossi, ed il treno viaggia in curve dolci e piccoli rettilinei. Un RT2, sullo sfondo, alimenta il piccolo impianto e i pochi automatismi del plastico.

 

 

 

Un'altra bella inquadratura del plastico. Un 428 transita sul 2° binario al traino di un merci mentre un convoglio è in sosta sul tronchino. Un posto di blocco Faller si incarica dello smistamento. La presenza della FV Dubino, delle banchine, della staccionata e del 428, datano il plastico tra l'autunno del 1960 (data di presentazione sui cataloghi del 428) e il 1960/61, l'anno degli edifici Rivarossi. Due anni strepitosi per Rivarossi. Sullo sfondo, come per le conifere, la staccionata RR è intervallata a moduli di due/tre elementi, per ridurre la spesa e ottenere il massimo effetto scenico.

 

 

Con un salto temporale di più di 60 anni, Armando ci regala ancora un suo plastico, attuale ma con un cuore Rivarossi. E' cambiata la filosofia costruttiva (si tratta di svariati moduli, alcuni dedicati interamente alla Ditta comasca) e dove edifici ferroviari, armamento, segnalazione e materiale rotabile fanno ancora la loro bella figura. Una Gr 851-121 è in sosta sul tronchino gestito dallo scalo merci. Di fronte, il casello 55513 (novità del 1961) con staccionata e vera da pozzo. Scambi a marmotta quadra, semafori di blocco SB/2, sganciatore “automatico” completano il piccolo patrimonio del diorama. Un TEE Rivarossi che ha ricevuto cornici dei finestrini e mancorrenti in argento (frutto della  certosina pazienza dell'Autore) transita veloce e ci fa ricordare come nonostante i suoi 60 anni, sia sempre un gran bel modello.

 

 

 

… un altro modulo...il convoglio merci appena entrato nella galleria uscirà...in un ambiente fermodellistico in perfetta scala 1/87 appartenente al successivo modulo. Lo scambio (serie “rr”) serve il piccolo tronchino dove in sosta vediamo ancora materiale RR, come pure, sullo sfondo, il serbatoio d'acqua di Primolano.

 

 

 

Ripresa lato dx dello scalo merci Olgiate Calco che, ora scopriamo, serve due tronchini. In primissimo piano un terminale RR, dalla pesante incisione dello stampo, ma che contraddistingue con nettezza i plastici di Como.   E' presente un carro isotermico C Hg (...refrigerante nella terminologia di Como...), art. 2012, per il “servizio internazionale di derrate alimentari”.  I veicoli stradali, anche se di produzione moderna, aiutano a identificare il periodo storico di appartenenza.

 

 

 

Dubino vista dal lato strada.  Anche se gli anni pesano, la meravigliosa stazioncina Rivarossi fa sempre la sua bella figura: lesene, porte, comignoli, pluviali tutto contribuisce a rendere la FV lombarda un'autentica opera d'arte.  Sullo sfondo una pensilina per banchina, art. 15519 del 1966. E tutto in alto a sx il PL ad un solo binario ma intatto nella sua composizione.

 

Il colore ci riporta immediatamente ai giorni nostri. Il rosa salmone di Dubino (...dai bellissimi manifesti pubblicitari...) e del casello del PL ci aiutano a ricordare i tempi di quando, con autentica felicità, “giocavamo”, anzi “crescevamo” con i modelli Rivarossi. Dobbiamo ammettere che è rimasto ancora molto, dentro di noi...

 

Plastici Rivarossi