Brevetti  USA

(di Claudio Granata)

Il catalogo generale Rivarossi del 1992 riportava una sezione abbastanza ampia intitolata “Verso il giubileo”, riferendosi all’imminenza dei 50 anni dalla fondazione. In essa, oltre ad una sintetica cronistoria dei principali eventi che avevano accompagnato l’evoluzione della RR fino ad allora, venivano elencati una serie di numerosi brevetti a testimonianza dell’eccellenza tecnica dei prodotti.

Stranamente in quel catalogo non furono citati quattro brevetti depositati presso il Patent Office degli Stati Uniti d’America durante un periodo compreso tra il 1948 e il 1971. Detti brevetti sono oggi facilmente accessibili con una ricerca mirata attraverso Google Patents.

Chi erano gli inventori di questi quattro brevetti per conto di Rivarossi?

I due brevetti più recenti, entrambi datati 1971, risultano essere addirittura a nome del Fondatore.

Il primo brevetto invece – datato febbraio 1948 – risulta essere a nome di tale Karl Kreibich. Chi era costui? Un’attenta ricerca nei meandri della rete permette di scoprire soltanto che si trattava di un ingegnere viennese, del quale peraltro non sono noti altri brevetti.

Altrettanto sconosciuto appare essere Enzo Palmentola da Napoli, che con Uberto Travagli firmò il secondo brevetto.

Viceversa, parecchie cose sono note sul Travagli. La fonte principale di notizie è data dal sito www.italianengines.com che costituisce la memoria storica del modellismo dinamico aereonautico italiano. Qui si scopre che l’ingegner Travagli fu uno dei pionieri di questa branca di modellismo, fondando nel 1940 l’azienda Aviominima. Negli anni successivi creò il Wakefield TR55, un raffinato aeromodello con elica a passo variabile e carrello retrattile, e l’Atomatic, un motore aereo diesel che conobbe un buon successo a bordo degli aeromodelli degli anni ‘40. Negli anni ’50 era – tra l’altro – rivenditore e riparatore Rivarossi, con negozio in via San Basilio 49/A a Roma. Uberto ci ha lasciato nel 1993.

Qui di seguito riporto i risultati della mia "serendipitosa" scoperta, tradotti nei punti essenziali e corredati delle illustrazioni dai file originali.

 

Brevetto numero 2.664.830, 5 gennaio 1954. Richiesta del 5 febbraio 1948

VEICOLO SENZA BINARI MOSSO DA MOTORI ELETTRICI  (apri file pdf)

Karl Kreibich, Vienna, Austria, per conto di “Rivarossi” Officine Miniature Elettroferroviarie Soc. Acc. Semplice A. Rossi & F. Brunner, Como, Italia

L’invenzione si riferisce ad un veicolo senza rotaie, mosso da motori elettrici e dotato di un braccio con un contatto a scorrimento su di un cavo sovrastante. Detto braccio - tramite un opportuno sistema di controllo - comanda il meccanismo di sterzo del veicolo in funzione dell’andamento del cavo sovrastante.

 

 

 

 

 

 

Brevetto numero 2.692.364, 18 ottobre 1954. Richiesta del 27 aprile 1951

PICCOLO MOTORE ELETTRICO CON CONTROLLO REMOTO  (apri file pdf)

              

Enzo Palmentola, Napoli, Italia, e Uberto Travagli, Roma, Italia, per conto di “Rivarossi” Officine Miniature Elettroferroviarie Soc. Acc. Semplice A. Rossi & F. Brunner, Como, Italia

Questa invenzione può essere utilizzata in piccoli motori elettrici controllati a distanza ed ha un importante utilizzo in veicoli motorizzati in miniatura, per esempio dei treni elettrici che vengano controllati da una postazione fissa. Nei motori a corrente continua – caratterizzati da un magnete permanente – la direzione di rotazione può essere invertita invertendo le polarità dell’alimentazione. Tuttavia, in caso di avvolgimenti auto-eccitati, è necessario invertire la direzione relativa del campo magnetico e dell’armatura. Per il controllo di un treno elettrico in miniatura viene proposto di impiegare un commutatore di inversione attuato da un relais di sovravoltaggio, installato sul treno stesso ed inattivo alle normali tensioni di utilizzo, ma attuato da una temporanea sovratensione quando si rende necessaria l’inversione della rotazione del motore.

 

Brevetto numero 3.722.131, 27 marzo 1973. Richiesta del 23 novembre 1971

PONTE PER TRENI IN MINIATURA  (apri file pdf)

Alessandro Rossi, Como, Italia, per conto di Rivarossi SpA, Como, Italia

L’invenzione si riferisce ad un ponte per ferrovie in miniatura.

Diverse tipologie di ponti per ferrovie in miniatura sono già disponibili. Il tipo più usato in plastica è caratterizzato da due travi parallele con un elemento di giunzione su cui è poggiato il binario. Un tale tipo di ponte è ingombrante, fragile, non può essere modificato e in caso di rottura le parti rotte non possono essere sostituite.

La presente invenzione fornisce un ponte per ferrovie in miniatura che può assumere diverse forme e permette una sostanziale riduzione negli ingombri, tale da permettere significativi risparmi di magazzinaggio, materiale di imballo e trasporto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Brevetto numero 3.767.114, 23 ottobre 1973. Richiesta del 23 novembre 1971.

DISPOSITIVO PER LA RITENUTA DELLE ROTAIE DI FERROVIE IN MINIATURA  (apri file pdf)

Alessandro Rossi, Como, Italia, per conto di Rivarossi S.p.A., Como, Italia

L’invenzione si riferisce ad un dispositivo di ritenuta per le rotaie di ferrovie in miniatura.

Più in dettaglio, l’invenzione si riferisce ad un dispositivo per il mantenimento della connessione tra rotaie e colonne supportanti le rotaie stesse, colonne usate per creare piani inclinati o viadotti.

E’ noto che per costruire ponti e viadotti per ferrovie in miniatura si usino colonne e pilastri ad imitazione di quelli reali. Queste strutture sostengono tratti di binario in combinazione con strutture che riproducono travi di ponti. Questo approccio comporta il problema che – in particolare in corrispondenza degli angoli di attacco delle pendenze – le rotaie tendono a disconnettersi al passaggio del treno. Inoltre la stessa connessione tra rotaie e piloni è instabile. La presente invenzione è costituita da un semplice dispositivo che permette di ottenere lungo un circuito di binari dei piani inclinati – sia in salita che in discesa – e tratti orizzontali sopraelevati, nei quali piloni e binari costituiscano un solido insieme senza presentare punti di discontinuità che possano creare effetti avversi alla circolazione di un treno.

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