L’ILLUMINAZIONE COSTANTE DELLE CARROZZE

(Gianni Carrara)

 

L’illuminazione interna delle carrozze passeggeri fu da sempre considerata un accessorio importante da parte dei principali fabbricanti di modelli ferroviari, particolarmente quando le carrozze adottavano l’arredamento interno.

Dal punto di vista tecnico la soluzione normalmente adottata consisteva semplicemente nel dotare ogni carrozza di contatti striscianti, analoghi a quelli adottati nelle locomotive, che alimentavano una o più lampadine interne alla carrozza. Ovviamente la tensione di alimentazione era la stessa presente sui binari per alimentare la locomotiva trainante il convoglio e quindi variabile secondo la velocità impressa alla locomotiva stessa; Il logico difetto di tale soluzione è che anche la luminosità delle lampadine variava in continuazione secondo la velocità del treno.

Anche Rivarossi decise di dotare almeno le sue carrozze di maggior pregio di illuminazione interna a intensità costante e, come al solito, decise di farlo a modo suo.

 

Illuminazione costante autonoma

 

Nel suo catalogo 1965/66 Rivarossi presentò la sua soluzione al problema di dotare le carrozze di una illuminazione costante indipendentemente dalla tensione di linea; la semplicissima soluzione consisteva nel non prelevare l’alimentazione delle lampade dalla linea ma di alimentarle tramite una pila interna alle carrozze.

 

 

Nacque quindi la confezione art. 2526 comprendente una carrozza di 1a Classe tipo Az52000, una di 2a Classe tipo Bz 31000, un bagagliaio tipo Duz 95000 nella classica livrea ”castano-isabella” e una letti Tipo P.

 

 

Nel catalogo 1967/68 le carrozze FS assunsero la colorazione tipo “Treno Azzurro” mantenendo però il codice 2526

 

 

Il trucco di questa confezione consisteva nel fatto che nel bagagliaio, privo di arredamento interno e di luci, erano alloggiate due pile da 1,5 V che alimentavano le luci delle altre tre carrozze.

 

Pertanto Rivarossi poteva pubblicizzare che l'illuminazione non aveva conseguenze sull'alimentazione della locomotiva motrice del convoglio e che, ad uso dei rivenditori, poteva essere accesa anche lasciando le carrozze nella scatola.

 

L'illuminazione poteva essere accesa o spenta tramite una levetta posta sotto il bagagliaio, simile alla commutazione tra binario e linea aerea nelle vecchie locomotive elettriche.

 

 

La trasmissione dell'alimentazione dal bagagliaio alle altre carrozze avveniva tramite dei ganci speciali (simili al collegamento locomotiva-tender di alcune locomotive a vapore) per una polarità e tramite una rotaia (contatto strisciante in un carrello) per l'altra polarità.

 

 

Nel catalogo 1967/68 Rivarossi introdusse anche tre carrozze in versione speciale (gancio e carrello) specifiche per il complemento della confezione.

 

Carrozza italiana tipo UIC X di 1° classe art. 2539

 

Carrozza italiana tipo UIC X di 2° classe art. 2531

 

Carrozza letti CIWL art. 2532

 

Nel catalogo 1969/70 venne inserito un bagagliaio tedesco tipo UIC, art. 2916, modificato per l’alloggiamento delle pile e l’alimentazione delle luci delle tre carrozze precedenti.

 

 

La confezione 2526 apparve per l’ultima volta nel catalogo 1970/71 mentre le carrozze rimasero fino al catalogo 1971/72.

 

 

Illuminazione costante dalla linea

 

Con il catalogo 1979/80 Rivarossi introdusse una diversa soluzione per illuminare le carrozze in modo costante e, abbandonata l’alimentazione locale, introdusse l’alimentazione dalla linea usando una più moderna tecnologia elettronica.

 

 

Per il convoglio Royal Scot (art. 312/315) e le sue due carrozze complementari (art. 2932 e 2933) fu presentato un circuito accessorio DIC venduto in kit come articolo 14913; con alcune modifiche questo circuito poteva essere adattato alle altre carrozze Rivarossi. Nel catalogo 1986 si aggiunsero gli art. 2931, 2934 e 2935.

 

Nel catalogo 1983/84 si aggiunse l'analogo articolo 14916 per le varie carrozze CIWL, che erano disponibili sia già dotate di illuminazione sia equipaggiabili in seguito tramite il kit.

 

Dal catalogo 1986 questi articoli diventarono rispettivamente M 4913 e M 4916.

Si trattava di circuiti che permettevano di accendere le luci del convoglio con una luminosità costante prelevando l'alimentazione dalle rotaie, cioè la stessa del motore della locomotiva, su tutta la gamma di tensione, da pochi Volt (locomotiva praticamente ferma) fino alla tensione massima di alimentazione. Non era prevista alcuna batteria, pertanto le luci si accendevano solo a convoglio in moto oppure con le sole carrozze parcheggiate su un binario sezionato.

 

Il kit, contenuto in una scatoletta di plastica trasparente, comprendeva quattro assili dotati di presa di corrente su una ruota da sostituire a quelli originali in modo da prelevare una polarità da un carrello e l'altra dall'altro carrello, come con le locomotive.

 

 

Il circuito elettrico, molto semplice, era composto da un ponte di diodi, da un circuito integrato e un paio di resistenze; inoltre era compresa una piastrina trasparente con due micro-lampadine. Tutto funzionava grazie a al circuito integrato, un regolatore di tensione che dà un'uscita a tensione costante al variare della tensione di ingresso.

 

 

Il foglio di istruzioni allegato mostrava chiaramente i collegamenti e le caratteristiche del dispositivo.

 

I due dispositivi M 4913 e M 4916 erano concettualmente uguali ed avevano lo stesso schema elettrico, la differenza era solo nella struttura fisica per adattarsi ai diversi tipi di carrozza.

 

 

 

 

 

 

Il Dispositivo M 4913 Installato

 

Vista inferiore con i pattini di presa di corrente, una polarità per carrello

 

Vista interna, si noti la lamina trasparente con le micro-lampade ed il circuito elettrico

 

Il risultato finale, decisamente buono:

 
 

Il Dispositivo M 4916 Installato

 

Il circuito elettrico era alloggiato sotto l’arredamento interno mentre per le lampadine erano disponibili due soluzioni. Per le carrozze letto l’illuminazione era ottenuta tramite un prisma di plastica contenente le lampade per un effetto diffuso analogo a quello delle carrozze inglesi.

Per le vetture ristorante e pullman, invece, furono adottate due lampadine poste alle estremità della carrozza la cui luce filtrava attraverso le abat-jour poste sui tavoli.

Le frecce indicano il contatto delle lamelle di presa di corrente sugli assi del carrello

 


Posizione delle lampadine di testa nella carrozza ristorante art. 2566

 

 

 

Le abat-jour illuminate

 

 

Schema Elettrico

 

Lo schema elettrico del dispositivo DIC è piuttosto semplice:

 

 

Legenda:                D = Diodi  1N4001

                               IC = Circuito integrato TCA 900

                               R1 = Resistenza 56 Ohm

                               R2 = Resistenza 1 KOhm

                               L = Lampadina da 3 Volt

 

Il ponte di diodi permette il funzionamento del circuito indipendentemente dall’orientamento della carrozza sui binari.

Il circuito integrato TCA 900 è un regolatore di tensione che garantisce una tensione di uscita costante di 3 Volt variando la tensione d’ingresso tra circa 4 e 14 Volt.

Le due resistenze servono a stabilire il valore della tensione di uscita.

 

Si può osservare che con una tensione di 4 Volt presente sui binari molte locomotive iniziano già a muoversi, pertanto questo dispositivo poteva non essere in grado di permettere una illuminazione stabile delle carrozze a convoglio fermo.

 

 

Nota: Sul numero 15 del Dicembre 1981 della rivista iTreni apparve un articolo dedicato al dispositivo DIC Rivarossi.

 

Tecnica

Manutenzione