RESTAURO ESTETICO E FUNZIONALE DEL BAGAGLIAIO A DUE ASSI (V Di – 2506 - 2514)

(di Massimo Cecchetti)

 

Queste note hanno carattere specifico, riguardando un modello in particolare, ma sono estensibili, intese come principi generali, ad un'infinità di carri o carrozze, simili sia per sequenze di assemblaggio che per specifiche caratteristiche dei materiali. Naturalmente nel fermodellismo storico valgono diverse chiavi di lettura per restauri o ricostruzioni. Io mi sono attenuto, vista l'ottima qualità estetica del modello, ad una revisione filologicamente corretta ma cercando al contempo di restituire la originale funzionalità laddove questa fosse andata perduta.

 

 

LA CASSA

La cassa, databile a partire dal 1957, è marchiata al suo interno con codice e logo Rivarossi incisi nel tipico carattere a bastoncino delle forniture dei primi anni. Si presentava pulita, in ottimo stato di conservazione cromatica, integra nella struttura.  Nel tempo la verniciatura aveva acquisito una tonalità ancora più calda del consueto aumentando l'innegabile fascino “rivarossiano” di questi modelli storici. Sull'imperiale leggerissime tracce di muffa, una piccolissima scrostatura (1-1,2mm di diametro), successivamente ridipinta con identica tonalità di grigio e la mancanza di circa 3/5mm del gocciolatoio a sbalzo su un frontale del carro.

appena smontato un leggero lavaggio con detergenti poco aggressivi (detersivo per piatti o saponi liquidi), aiutandosi con polpastrelli, spugne morbide e pennelli a setole rigide. Quest'ultimi garantiranno gli interventi sulle aree più nascoste, inevitabili ricettacoli di polvere, spesso solidificata. Prestare sempre attenzione alle tampografie, più instabili delle verniciature e che, se rovinate, difficilmente ricostruibili. Da escludere categoricamente alcol, benzina, trielina o solventi sintetici che intaccano verniciature, tampografie e materiali plastici, e che spesso continuano ad agire anche dopo gli interventi

 

LA PARTE MANCANTE DEL GOCCIOLATOIO

La ricostruzione del piccolo sbalzo sull'imperiale, il danno estetico più evidente, risultava però di difficile attuazione.  Infatti la superficie estremamente piccola dello sbalzo (0,3-0,5mm), non avrebbe creato un sufficiente supporto per lo stucco che si sarebbe sbriciolato al più piccolo urto. E la ricostruzione mi avrebbe costretto anche a riverniciare il tetto, o parte di esso, dopo l'inevitabile carteggiatura, con in più il rischio di alterare le delicatissime tonalità originali. Ho deciso dunque di mantenere lo stato delle cose, essendo il danno di lievissima entità e di bassissimo impatto estetico.

il crudo primopiano digitale esaspera il danno che nelle viste ad occhio nudo appare ininfluente e poco percettibile. Nella foto sono visibili anche alcune delle leggerissime macchie di muffa).

 

LE VITI E I CAVALLOTTI DI ANCORAGGIO

Ho dunque iniziato il restauro intervenendo sul danno funzionale più grave, presente nella struttura interna del carro. Infatti i due cavallotti, che legavano le finestrature al telaio, forzati da mani pesanti ed inesperte,  avevano perso le filettature, si erano incurvati a “V” ed in questa distorsione avevano coinvolto, distrutto o intaccato parti del polistirene originale.

Le viti originali, anche loro dai filetti spanati, erano malamente “incastrate” a forza nei cavallotti e pur riuscendo a produrre ancora un leggero effetto di tenuta, non garantivano più una presa solidale al telaio e conseguentemente a ganci e predellini.

Ho riprogettato dunque il sistema di tenuta del carro, attraverso alcuni semplici adattamenti:

 

La modifica ha notevolmente alterato la sequenza di montaggio originale, ma ha restituito solidità al carro e funzionalità ai ganci


Ricostruzione artigianale delle viti in alluminio ( lo stesso materiale delle originali) ma con filettatura ridotta come da disegno e con diversa filettatura. Le nuove viti ancoreranno dunque ganci e predellini non più ai cavallotti metallici delle finestrature ma direttamente al telaio.
 

                                              

le nuove viti in alluminio, filettate per due comunissimi dadi con passo M3. Esteticamente simili alle originali, mantengono inalterate le funzioni di supporto dei predellini e rotazione dei ganci. Capovolgendo il carro  non si nota alcuna differenza estetica, sia per il colore del materiale usato, sia per l'inalterata funzionalità dei componenti

 

 

LA RIPARAZIONE DELLE FINESTRATURE

La finestratura, ancora chiara e trasparente, grazie alla ottima qualità del polistirene, presentava i danni più gravi per la quasi totale mancanza di una paretina paracentrale.  E' stata dunque rinforzata con un piccolo rettangolo trasparente, ricavato da sfridi di materiale. La funzione di questo restauro è doppia: ridare solidità all'insieme (per poter ritenere a pressione la carrozzeria) e bloccare al telaio i due cavallotti ad “U” per la rotazione degli assi.

 

 

 

 

 

 

 

E' visibile il danno subito dalla paretina trasparente ed il rettangolo di rinforzo con la doppia funzione di irrobustimento della struttura ed il fissaggio dei cavallotti ad ”U”. Si notano anche le fessurazioni in vari punti del polistirene, per fortuna invisibili dall'esterno)

 

 

I PREDELLINI DEI MANOVRATORI

Il carro mancava di una coppia di predellini. Fortunatamente era presente dal lato opposto la coppia originale, utilissima per  una corretta ricostruzione. Ho preso dunque del lamierino di ottone  di spessore 0,3mm e dopo aver tracciato sul metallo gli ingombri, ho ricostruito il gruppo, prima aiutandomi con forbici, poi con lime.  Un'abbondante colatina di stagno, a lavoro ultimato, ha dato solidità alle piegature ed aumentato lo spessore del metallo. Infine una generosa verniciatura in nero mediomatt. Ovviamente si poteva ricorrere anche alla fotoincisione per ottenere un clone dei predellini, magari usando un maggiore  spessore dell'ottone.

 

 

I nuovi predellini prima della verniciatura. Il basso spessore del metallo è stato ridimensionato all'originale grazie ad una generosa colata di stagno che contemporaneamente ha anche irrobustito e stabilizzato le piegature)

 

L'ASSEMBLAGGIO FINALE

Non resta altro ora che riassemblare tutti i componenti. Naturalmente la finestratura deve essere incollata al telaio con colla liquida per modellisti (acetato di etile), non essendo più ritenuta al telaio dai cavallotti. E' forse l'operazione che più stravolge la sequenza di montaggio originale (e dunque la filologicamente più scorretta) ma la soluzione adottata non intacca minimamente l'estetica del modello ridonandogli contemporaneamente la robustezza, la solidità e le funzionalità originali.

 

Tecnica

Manutenzione