La verniciatura ad aerografo nei restauri

 

di Fulvio Felicioli

 

 

A FM UP/R 1959 - Locomotiva diesel elettrica Fairbanks Morse a due unità (A+B) Union Pacific con sirena 

IL MODELLO

La bellissima doppia di UP è giunta ai giorni nostri in condizioni discrete ma comunque bisognosa di un restauro formale, soprattutto nella verniciatura dell’unità B.

 

UNITA’ A: ANALISI DEI DANNI

-         Graffi sul tetto e sul muso

-         Lampada anteriore mancante

-         Impianto elettrico da rivedere

-         Non funzionante

 

UNITA’ B (folle): ANALISI DEI DANNI

-         Estesa macchia di vernice verde sul mantello

-         Graffi sul tetto, sulle fiancate e alle estremità della cassa

-         Sirena non funzionante

Ho deciso di cominciare dalla meccanica dell’unità A. Dopo lo smontaggio, ho per prima cosa verificato se il motore fosse funzionante. A confermare la bontà dei materiali Rivarossi, pur se fermo da almeno 3 lustri il motore si è messo a girare senza problemi sin da subito.

Verificata la pressoché totale mancanza di scintille (sintomo di buono stato delle spazzole) ho comunque lubrificato l’asse motore e controllato il serraggio della vite del collettore.

Ho quindi rifatto completamente l’impianto elettrico e sostituito la lampadina con una Aughen, praticamente identica a quella Rivarossi originale ma di facile reperibilità. Ho usato il tipo a 16V:

http://www.auhagen-shop.de/product_info.php?info=p541_1-lampe-m--schraubs--klar-lose-zylinder-br--e-5-5--16-v--0-05-a.html

ma esiste anche a 12V con il bulbo rotondo:

http://www.auhagen-shop.de/product_info.php?info=p549_1-lampe-m--schraubs--klar-lose-kugel--br--e-5-5--12-v--0-05-a.html

Ho pulito le ruote e mi sono accorto che gli assi del carrello folle erano in effetti montati al contrario, cosa che ovviamente impediva la marcia della locomotiva essendo le prese corrente tutte dallo stesso lato. Rimontati nel verso giusto, la locomotiva è stata collaudata con successo.

Passando all’unità B, ho verificato il perché del mancato funzionamento della sirena.

Dopo qualche prova, ho scoperto che la classica mezza torcia da 1,5V non riusciva a pilotare la sirena che invece funzionava bene a partire dai 5V circa in su.

Non volendo modificare l’alloggiamento originale, ho risolto saldando sulle due lamelle del porta batteria un cavetto per collegare una batteria a 9V che, manco a farlo apposta, entra perfettamente nello spazio dalla parte opposta al porta batteria.

Nel mio caso, il trucco è quello di usare un batteria scarica che eroghi 6 o 7V scarsi a vuoto. Volendo si può ovviamente mettere una resistenza e usare una batteria nuova ma in questo caso mi va benissimo così.

Il bello di questo intervento è che, dissaldando i cavetti aggiunti, la locomotiva torna allo stato originale senza bisogno di alcuna modifica permanente e/o distruttiva. Ah, fosse sempre così facile!

Il vero scoglio del restauro erano però le cattive condizioni della verniciatura dell’unità B che presentava, oltre a graffi e scoloriture di varia entità, una macchia di vernice verde su circa un terzo della fiancata sinistra. Altra cattiva notizia era che il verde copriva parte della scritta “UNION PACIFIC”. Ipotizzo che qualche decennio fa, verniciando di verde la tavola che faceva da plastico, il barattolo si sia rovesciato e abbia imbrattato la locomotiva che è arrivata così fino ad oggi. Chissà chi sarà stato...

L’unico modo per risolvere il problema è riverniciare la cassa cercando di essere il meno invasivi possibile. Vista poi l’estensione della riverniciatura, è obbligatorio fare questo intervento utilizzando l’aerografo.

I colori utilizzati dalla Rivarossi sono senz’altro colori acrilici, rimuovibili facilmente con alcool ma insensibili a solventi di tipo aromatico come ad esempio l’acquaragia.

I COLORI UNION PACIFIC

Premessa: anche utilizzando le equivalenze modellistiche esatte dei colori UP, probabilmente non si riuscirà a replicare perfettamente i colori Rivarossi o perlomeno quelli del nostro modello.

Gli anni, le condizioni di conservazione del modello e il degrado della vernice stessa faranno sì che ci siano sempre delle differenze tra i colori commerciali e quelli del nostro modello, costringendoci a farci i colori giusti in casa.

Al vero, la livrea UP prevede i 3 colori base Armor Yellow, Dark Gray e Signal Red.

L’unica ditta che li produce pronti all’uso è l’americana Floquil ma ovviamente in Italia non è importata. Dobbiamo quindi provvedere in un altro modo usando colori della gamma acrilica Gunze o Tamiya, quindi di facile reperibilità.

Tabella di equivalenza colori

UP Armor Yellow

Gunze H416 (RLM04 Gelb)

Floquil UP Armor Yellow

UP Dark Gray

Tamiya German Gray XF63

Floquil Dark Gray 184

UP Signal Red

Tamiya Red X7

Floquil Signal Red

 

IMPORTANTE: le miscele che riporto di seguito si sono rivelate adatte specificatamente per il restauro del mio modello e sono da considerarsi totalmente indicative. Per evitare differenze nei colori una volta miscelati, è OBBLIGATORIO procedere per approssimazioni successive fino a ottenere un colore il più possibile simile a quello originale.

-         Armor Yellow: si parte dal giallo Gunze H416 e lo si carica con qualche goccia di rosso Tamiya X7. Aggiungete una goccia di rosso alla volta, mescolate bene e provate su una superficie neutra (ad es. un cartoncino bianco)
La proporzione che nel mio caso ha funzionato bene è di circa 1 a 10 (1 goccia di rosso per 10 di giallo)

-         Dark Gray: il German Gray Tamiya nel mio caso era quasi perfetto. L’ho lievemente schiarito con del bianco opaco XF1 Tamiya.

-         Signal Red: il rosso Tamiya X7 va scurito con una goccia di XF63 (il grigio scuro). Anche qui, la proporzione che per me ha funzionato bene è di 1 a 10 (1 goccia di grigio per 10 di rosso)

Il segreto per verniciare bene ad aerografo è semplice: vernice ben diluita, bassa pressione del compressore e tanta, tanta pazienza. Personalmente lavoro a circa 0,8/1 bar di pressione con un aerografo di buona qualità, diluendo i colori dal 50 al 70%. La regola base è che, una volta diluiti, la vernice abbia la consistenza del latte ma ovviamente è solo un primo riferimento; la giusta diluzione dipende sia dal colore usato che dai gusti personali. Di sicuro c’è che una vernice troppo densa vi farà venire il mal di pancia o peggio vi farò desistere... Quindi mi raccomando: pazienza, tante prove e vernice diluita il giusto.

Cominciamo con il pulire la carrozzeria con acqua e sapone neutro e poi facciamo asciugare per bene. Quando si vernicia a spruzzo, si parte sempre dai colori più chiari per poi andare verso gli scuri, anche se in circostanze particolari questa regola può essere disattesa. Altra cosa importante: si comincia a spruzzare prima di arrivare sull’oggetto e si finisce sempre dopo. Questo ci assicura un velo di colore uniforme e ben distribuito, senza aloni o scolature.

Pulita la cassa, possiamo dare una mano leggerissima di bianco opaco per coprire e omogeneizzare il fondo, coprendo il verde e creando una base neutra per il giallo. Il bianco Tamiya ha ottime proprietà coprenti, un paio di mani leggere dovrebbero essere sufficienti.

Adesso passiamo al giallo. Anche qui, più mani leggere facendo montare il colore poco alla volta fino a raggiungere il risultato voluto.

Cominciamo le mascherature. Con nastro Tamiya giallo (e non con il comune nastro da carrozzieri che non è abbastanza preciso) mascheriamo tutto il giallo, seguendo il profilo del grigio del tetto e del sottocassa. Mascheriamo sempre anche i punti dove pensiamo la vernice non possa arrivare, togliere il nastro e vedere un alone di overspray sulla nostra bella cassa non è piacevole...

Spruzziamo il grigio e lasciamo asciugare. Dopo una mezz’ora togliamo il nastro per evitare che l’adesivo segni la vernice sottostante.

Ora, con lo stesso procedimento, mascheriamo il giallo e il grigio per spruzzare il rosso delle due strisce decorative.

Il risultato dovrebbe essere più o meno quello della foto qui sotto: una bella FM riverniciata di fresco ma con la scritta UNION PACIFIC troncata. Come potete vedere, con un po’ di accortezza, la differenza tra la parte riverniciata e quella originale è praticamente impercettibile.

Per la scritta, sono dovuto ricorrere a un vecchio foglio decal UP della Walthers che però riporta un font più moderno di quello Rivarossi, anche se l’altezza dei caratteri è giusta. Ho quindi applicato le lettere una ad una utilizzando il liquido Micro Sol per favorirne l’adesione. Una volta asciutto il liquido, con un panno morbido di cotone imbevuto d’acqua ho rimosso con molta delicatezza gli aloni lasciati dal liquido stesso. Una volta asciutte le decals, con un pennello finissimo e un rosso acrilico Vallejo ho ritoccato le lettere per aggiungere la grazia* mancante nel font della decal

* - la “grazia” è l’enfasi sulla fine di ciascuna asta o arco che disegna la lettera

 

Il rosso delle decals usate non è carico come quello della cassa ma dal vivo la differenza è minima; non essendoci molte alternative, credo sia un compromesso più che accettabile.

Per uniformare tutta la finitura, ho spruzzato un velo molto diluito di trasparente semilucido Tamiya X-35 che ha reso la finitura praticamente identica a quella originale.

 

Ed ecco qui la nostra doppia direi in buona compagnia

In conclusione, fare questo tipo di lavoro non è difficile ma richiede un minimo di attenzione e di dimestichezza con i colori. Seguendo qualche semplice accorgimento tutti possono riverniciare una cassa e riportarla agli antichi splendori. Il mio consiglio, però, è quello di valutare sempre attentamente la fattibilità del progetto.

Se si hanno dubbi o incertezze meglio chiedere e confrontarsi, magari proprio sul nostro forum:

http://www.ferramatori.it/forum/viewforum.php?f=53

Un saluto a tutti e al prossimo restauro!

 Fulvio Felicioli                       

 

PS: ecco il video della doppia in azione http://youtu.be/aa_z3f6I6uo

 

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