Amleto dalla Costa, il grafico di Rivarossi

Testi di Giorgio Giuliani e Massimo Cecchetti

Si ringrazia Amleto dalla Costa per la supervisione

 

 

Tra i collaboratori di spicco di Rivarossi merita senz'altro un'attenzione particolare Amleto dalla Costa, responsabile dell'immagine aziendale a partire dalla metà degli anni '50, come grafico e consulente pubblicitario, fino al 1975 attraverso l'agenzia pubblicitaria Trend. Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo, nell'ottobre del 2007, nel suo studio di pittura, a Milano.

Amleto dalla Costa nel suo studio di Milano nell'ottobre 2007

Grafico pubblicitario di straordinaria  libertà creativa e con una spiccata predisposizione per l'illustrazione, inizia la sua collaborazione con Rivarossi dal 1954, anno in cui firma la sua prima copertina e l'impaginazione  del catalogo generale.

Morbidissima la grafia pittorica e limpida l'impostazione grafica. Il disegno mostra una vera Gr 691 (...non più a catalogo da quasi due anni...) raffigurata in un ambiente montano e sereno, rafforzato dalla presenza di mamma e bambini che salutano festosi il passaggio del treno. Una quadricromia luminosa, dalle ovattate velature che riescono ad addolcire anche i crudi riflessi del colore metallico della macchina in piena corsa. Quasi una tenera cartolina che stempera il doveroso impatto pubblicitario dovuto al cielo  blu, quasi un tappeto per il logo di un attraente color rosso. La firma è quella personale di dalla Costa ed il catalogo porta la data 4-54.

La firma sulla copertina

Amleto dalla Costa si forma alla Pagot Film di Milano dei fratelli Nino e Toni Pagot che successivamente realizzeranno l'indimenticabile personaggio di Calimero. Siamo nell'immediato dopoguerra e dalla Costa ricorda:

 Ho lavorato al primo film che hanno fatto: “I fratelli Dinamite”. Facevo l’intercalatore, cioè realizzavo i disegni intermedi tra una scena e l’altra. Eravamo in cento ragazzi a lavorarci. Ci sono stato circa due anni.

Poi si dedica alla grafica per le insegne luminose, esperienza che ritiene molto formativa e nei primissimi anni '50 fonda lo studio Ardaco.

  Avevo il pallino della fotografia e ho aperto uno studio fotografico di moda. Eravamo in due e per fare economia ci fotografavamo a vicenda. Io non ero malissimo e andavo bene per i capi lunghi, impermeabili della “Valstar”, mentre il mio socio era un bel ragazzo, ma era un po’ piccolo e andava bene per le giacche. Ed anche sua sorella faceva da indossatrice per noi. La società si chiamava “Ardaco” e il mio socio era Giorgio Armani. Ho qua una foto del nostro studio: noi due, sua sorella Rosanna e la famosa modella Mariuccia Dell’Acqua. Dopo abbiamo chiuso la società, io  mi sono messo nella pubblicità e lui è andato a lavorare alla Rinascente.

Dopo la parentesi con Giorgio Armani ritorna alla grafica pubblicitaria ed entra in contatto con Alessandro Rossi che nel 1954 gli affida la cura della grafica per la  Rivarossi, costruendo, giorno dopo giorno, l'immagine aziendale che tutti conosciamo, con una straordinaria attenzione, quasi un'empatia spontanea, al soggetto reclamizzato.  Pur dichiarandosi, non appassionato di ferrovie e tantomeno di quelle in miniatura, arrivava però a scattare lui stesso fotografie, a Milano Centrale e negli altri scali milanesi, per trarne spunti, stimoli e immagini inedite.

   Quando Rossi all’inizio mi ha chiamato, gli ho fatto vedere un bozzetto, gli è piaciuto ed è cominciata la collaborazione. E’ stato molto semplice! Era uno che dava carta bianca, se si fidava. Non mi ricordo di averlo avuto contro una sola volta, anche quando abbiamo fatto degli errori.

   Non sono mai stato appassionato di trenini, non ne ho mai comprato uni in vita mia. Io “entro nelle cose”, è il mio modo di approcciare alla rappresentazione che devo fare.

Anche le copertine di HOrivarossi erano caratterizzate da un forte presenza del disegno, quasi sempre umoristico o caricaturale

Oltre alla redazione dei cataloghi generali e degli stampati aziendali produrrà i logos RR, impareggiabili per bellezza ed incisività, i progetti delle confezioni con gli stupendi disegni al tratto, l'impaginazione e le copertine delle pubblicazioni informative aziendali, dei cataloghi novità e collezionisti, la stesura ed i progetti delle copertine di tutti gli H0rivarossi ed infine le moltissime pubblicazioni promozionali sulle testate nazionali periodiche.

La sua naturale predisposizione all'illustrazione gli farà proporre all'azienda lo standard grafico che rimarrà quasi inalterato per tutta la sua collaborazione con Rivarossi: la continua e costante riproposizione di modelli RR riprodotti con disegni al tratto, dal segno preciso e costante e che conferivano alle opere, attraverso sapienti e calibrate sovrapposizioni di grafismi, volumi e chiaroscuri straordinariamente efficaci.

 

Nel siparietto “vetrina delle novità” la predominanza del disegno è evidente e si spinge fino all'elaborazione a mano del carattere.  E' interessante notare come le figure del nonno, papà e bambino raffigurati (...tre generazioni maschili...) illustrino perfettamente la tipologia della clientela Rivarossi.

 

 

 

Alcuni degli infiniti disegni che hanno illustrato i modelli e la produzione RR.  Si procedeva così: su un foglio di carta da lucidi sovrapposto alla foto del modello si “ridisegnava” la foto, rispettando dettagli, proporzioni e fughe prospettiche ma rimodellando, attraverso i segni netti e precisi della penna a china, il prototipo. Si rifinivano poi, sganciati dalla foto, volumi, chiaroscuri e dettagli. Si disegnava o si correggeva, in periodi dove i computers apparivano forse solo in qualche raro film di fantascienza, anche mediante l'abrasione dei segni grazie a sgarzini o a comunissime lamette da barba. Il vantaggio di questa scelta grafica consisteva anche nel basso costo dell'impianto stampa, elemento importantissimo a cui nessun grafico pubblicitario osava sottrarsi.

La stessa tecnica anche per realizzare il disegno della GR 691 nella stupenda copertina del catalogo generale del 1957, efficacissima per impatto visivo e pulizia formale, la seconda di una lunga serie di copertine con disegni in quadricromia del reale mondo ferroviario.

Qui c'è tutto il miglior Amleto dalla Costa: grafica essenziale e grandissima forza penetrativa, il logo RR nella sua prima evoluzione, lo stupendo disegno al tratto della Gr 691, di chiara derivazione fotografica e dallo straordinario iperrealismo (...il cavo elettrico dei fanali o la porta aperta della prima carrozza del convoglio...) e la data di edizione del catalogo.  Il tutto legato da un fondo giallo, vivacissimo, su cui spiccano, correttamente imbandierati a dx, il logo aziendale e l'anno di pubblicazione, ridotto alle due sole cifre finali. Cromie dal reciproco netto contrasto per non confondere i tre contenuti essenziali della copertina: treno, azienda, anno.

 

Un discorso leggermente diverso, svincolato dall'immagine aziendale coordinata, meritano invece le prime copertine di H0rivarossi, una diversa dall'altra. Ci confessava, sorridendo, che non credeva alla longevità della rivista e che ogni numero poteva essere l'ultimo. Era dunque giocoforza pensare alla pubblicazione come ad un fatto unico, episodico e con le caratteristiche di una pubblicazione estemporanea non periodica.

Da solido professionista offriva la sua opera, nell'house-organ RR, nelle più svariate branche della grafica pubblicitaria: dal progetto e stesura delle copertine, all'impaginazione di testi e foto, dall'ideazione di siparietti e flash a supporto dei titoli  per arrivare perfino al disegno umoristico.

in anni ancora lontani dalla grafica elettronica, al grafico pubblicitario era richiesta una disponibilità e rapidità espressiva che variava dall'ideazioni dei logos aziendali fino al disegno umoristico; da notare in basso a sx la nuova firma professionale di dalla Costa.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

la divertente caricatura di Gino Bartali ottenuta per inchiostratura a pennello dalla foto scattata nello stand assieme al figlio e ad Alessandro Rossi. I piccoli profili di modelli sottostanti rappresentano tutti veri modelli RR trainati dall'allora ancora a catalogo L221.

 

Sono infatti suoi anche i disegni  delle barzellette che nei primissimi numeri di H0rivarossi, servivano per chiudere gli inevitabili spazi vuoti, dovuti alla carenza, in quei primi anni di avvio, di testi e materiale fotografico

Resta notevole anche la sua disponibilità alla caricatura, come è testimoniato nel numero 14 di H0rivarossi (giugno 1956), dalla caricatura di Gino Bartali, in visita nello stand RR alla Campionaria di Milano, assieme al figlio, “appassionatissimo di treni elettrici” come si legge nella didascalia della foto.

Questa invece è l'ultima copertina di mano di dalla Costa. Dopo questa, e fino all'uscita dall'agenzia Trend, le copertine furono eseguite dall'illustratore Giorgio Mizzi, scoperto dallo stesso dalla Costa, che ne individuò immediatamente le straordinarie doti di illustratore. Con l'uscita di dalla Costa dalla Trend anche Mizzi seguì altre strade che lo portarono ad operare in Germania, dove è tuttora attivo.

Anche in questa ultima copertina appare l'istinto prevalentemente pittorico di dalla Costa che, anche con soggetti di estremo realismo, riusciva a tramutare la realtà portandola a livelli di idealizzazione e trasfigurazione tipicamente pittorici.

 

 

La Trend

Nei primi anni '70 dalla Costa fonda la Trend, importante agenzia di grafica e pubblicità milanese. Dalla Costa seguirà Rivarossi fino al 1975, anno in cui lascerà l'agenzia da lui creata per dedicarsi completamente alla pittura. Nel tempo Rivarossi aveva accumulato una enorme quantità di modelli, accessori e novità che creavano notevoli problemi di impaginazione e coerenza estetica ai cataloghi, sempre più complessi e voluminosi. Ma l'istinto grafico di Amleto dalla Costa riusciva sempre ad evitare di rifugiarsi nella mera impaginazione, dando ai progetti un'impronta sempre fresca, leggera, coloratissima e riuscendo a vivificare anche pagine particolarmente monotone come le tavole degli accessori o dei tracciati. Come art director di Trend collaborerà anche alla realizzazione di uno spot pubblicitario realizzato per la televisione dalla Cast Film per la promozione di modelli RR in scala Zero.

Da una brochure dell'Agenzia estrapoliamo alcune pagine che riguardano le realizzazioni per la Rivarossi.

                 

Lo spot televisivo realizzato dalla Cast Film

 In sintesi un eclettico artista, appassionato del proprio lavoro, sensibile ai mutamenti estetici e di comunicazione dei tempi in cui operava, dalla fantasia libera e  fresca, indipendente da stereotipi e soprattutto al servizio di un'azienda che ne apprezzava la personalità e l'impegno.

Una splendida figura di professionista!

La firma professionale di Amleto dalla Costa, anche questa una piccola invenzione grafica, sul quarta di coperta di un H0rivarossi

L'estrosa e svolazzante retrocopertina di un catalogo generale; la pagina, firmata, sfrutta l'immagine di un segnale basso (...le marmotte in RR...) mettendo in evidenza la gioiosa libertà creativa di dalla Costa. Impaginazione, decorazione, cromia denotano e datano la pagina agli anni '50, rappresentati dalla preponderante prevalenza del disegno sul testo e su i suoi contenuti (...con il pericolo di inibirne la lettura...) ma la straripante, luminosa allegria della decorazione cattura l'interesse dell'osservatore interessandolo finalmente (!) anche alla lettura del testo.  La tipica filosofia di marketing di quei lontani anni dove era indispensabile “catturare”  l'attenzione del lettore per poi indirizzarlo alla comprensione dei testi.   Da notare infine l'uso di trame e retini su carta o autoadesivi (...ricordate la copertina del manuale dei segnali?...), una vera rivoluzionaria novità per la grafica del tempo ed un validissimo supporto tecnico per grafici e  creativi.

Volendo chiudere in bellezza questa sezione non posso non ricordare gli splendidi marchi RR, ideati nel pieno sviluppo di un'azienda crescente e con un target sempre più vasto ed internazionale. Merita dunque una scorsa alla specifica sezione “l'evoluzione del marchio” per vederne lo sviluppo nel tempo ma qui voglio ricordarne almeno due, a mio avviso straordinari per sintesi ed unicità e meritevoli di aver superato  tempo, gusti e mode.

        

 

Un cimelio dell'incontro: il catalogo 1958 autografato da dalla Costa. Rivedendo la sua creazione dopo 50 anni ha esclamato "Però, che grafica coraggiosa!"

 

Testimonianze