IL TRAM A.T.M. SERIE 5000

(testo di Gabriele Montella)

Negli anni ’30 l’ Azienda Tranviaria di Milano decise di rinnovare ulteriormente il parco vetture dopo aver completato la sostituzione delle “Tipo Edison” con quelle “Tipo 1928”, che tuttavia poco innovavano tecnicamente rispetto alle precedenti.

La progettazione della nuova vettura fu interamente affidata all’Ufficio Tecnico interno così come la realizzazione del prototipo fu portata avanti dalla officina del deposito di via Teodosio.

La struttura era interamente in profilati di alluminio collegati con bulloni, del peso di appena kg.2.500.

 

Anche il rivestimento esterno era in alluminio, incollato a pannelli di legno compensato pregiato che costituivano il rivestimento interno.

Per attutire le vibrazioni i quattro motori di produzione Magneti Marelli (gli stessi del “Tipo Milano” da 26 kW orari) erano sospesi internamente ai carrelli, che erano gli stessi “Tipo Commonwealt” delle “1928”.

La lunghezza era di m. 14,11 per un peso di 13,2 tonnellate.

Il primo esemplare fu presentato nel 1936 e venne unanimemente apprezzato per la sua modernità e bellezza estetica.

In particolare colpiva l’aspetto “aerodinamico” (anche se totalmente ininfluente data la bassa velocità) dato dagli spigoli arrotondati e il taglio “aggressivo” del frontale caratterizzato dai due grandi fanali.

Non a caso il nome “Cinquemila” era stato attribuito per similitudine con la cilindrata delle automobili sportive di quegli anni

 

L’arredamento interno era raffinato con sedili trasversali imbottiti disposti su due file sul lato sinistro e una sul lato destro, con eleganti tendine parasole in stecche di legno.

L’illuminazione interna era a tubi fluorescenti.

 

Il manovratore disponeva di una vera cabina chiusa che lo riparava dagli sbalzi di temperatura all’apertura della porta anteriore.

I predellini esterni ribaltabili erano sostituiti da pozzetti interni.

 

Delle 62 vetture costruite prima della guerra ne sopravvissero solo 21 ai bombardamenti, ma gravemente danneggiate.

Nel 1950 ne venne ripresa la produzione con talune varianti: l’eliminazione dell’apertura a compasso dei finestrini laterali e delle prese d’aria anteriori e soprattutto la sostituzione degli eleganti sedili imbottiti con dure panche longitudinali in legno.

In tale configurazione restarono in servizio fino alla metà degli anni ’60.

Erano soprannominate “Le Bellissime”, come era bella Milano in quegli anni.

Anche sotto la neve.

 

Locomotive e rotabili Tram a carrelli