RIVAROSSI IN ANDALUSIA

(di Gabriele Montella)

Seppure gli  U.S.A. (soprattutto),  e la Germania fossero  i principali mercati esteri di riferimento, Rivarossi si rivolse anche a collezionisti di altre nazioni offrendo prodotti di altissimo livello.

Basti pensare al convoglio Royal Scot, alla locomotiva francese Etat 2 3 1 e alla ormai introvabile OBB 1 6 0.

Fino agli anni ’90 il mercato spagnolo era invece rimasto escluso da ogni operazione commerciale di Rivarossi e ciò ha una spiegazione.

Fino a quel tempo infatti la Spagna, per motivi che qui non rilevano, era una nazione povera, con una moneta allo sbando in continuo deprezzamento che certo non favoriva l’importazione di beni voluttuari e costosi quali i prodotti di Rivarossi.

Grazie alle rigorose manovre economiche e fiscali attuate negli anni ’80 dal ministro Carlos Solchaga nel decennio successivo ebbe inizio quel periodo di benessere che continua tuttora e Rivarossi si rivolse allora anche a quel mercato, individuando una tematica di sicuro interesse per gli emergenti collezionisti spagnoli, le carrozze della Compagnia Ferrocarriles Andaluces.

Questa Compagnia era stata fondata nel 1877 per riunire un pulviscolo di piccole ferrovie locali operanti nell’Andalusia.

                                       

 

Grazie a progressive acquisizioni potè prendere avvio l’esercizio della linea Cordoba-Malaga, importantissima per lo sbocco dell’entroterra agricolo al Mediterraneo, e successivamente quella da Siviglia a Cadice, con sbocco ora anche sull’Atlantico.

Tra acquisizioni di ferrovie esistenti e realizzazioni di nuove linee nel 1936 la rete complessiva aveva raggiunto i 1.617 chilometri, diventando la terza compagnia spagnola quando ad importanza.

 

 

I risultati economici tuttavia non erano dei migliori tanto che nel 1900 dovette vendere la miniera di carbone di Belmez che aveva saggiamente acquistato appena nel 1882 per l’autonomo approvvigionamento di combustibile.

Fu così che nel 1936 il governo repubblicano di sinistra decise la nazionalizzazione e la incorporazione da parte della Compagnia Nacional de los Ferrocarriles del Oeste, un ente statale dove il governo faceva confluire le ferrovie private in difficoltà finanziarie dopo averle espropriate.

Il patrimonio della Andaluces affluito nell’ente statale non era di poco conto, trattandosi per lo più di linee totalmente ristrutturate come la Granada – Almeria

 

                                         

 

e di infrastrutture moderne a funzionali, quale la stazione di Alicante.

 

Anche il materiale di trazione era di prim’ordine, come le potenti Mallet “Du Bousquet”, acquistate nel 1912 e rimaste in servizio fino al 1947 sulla rete statale unificata Renfe.

 

 

Non altrettanto può dirsi del resto del materiale rotabile.

Infatti  nei primi decenni del secolo scorso per consentire tariffe remunerative venivano ancora impiegate antiquate carrozze a due assi

o per le tratte più importanti carrozze a carrelli in legno

                                               

 

Ma nel 1929 sarebbe stata inaugurata a Siviglia la “Exposiciòn Iberoamericana” e il governo face pressioni sulla Compagnia perché si dotasse di carrozze lussuose per i convogli destinati al trasporto delle autorità e dei visitatori stranieri di riguardo.

Con un grande sacrificio finanziario vennero quindi acquistate dalla Compagnie Internationale des Wagon-Lits sei carrozze della nuovissima “serie 1922”, approntata dalla Metropolitan Carriage Wagon & Finance Ltd, di Birmingham, interamente in metallo a di chiara derivazione nordamericana. 

 

Il “logo” della C.I.W.L. venne quindi orgogliosamente sostituito con  quello della Compagnia Andaluces, e gli interni ancora più impreziositi con inserti in radica e quadri

 

                                  

 

 

Ben può dirsi che quel convoglio, denominato “Andalucia Express” era il più lussuoso che circolasse in quegli anni nell’intera rete ferroviaria  spagnola e appunto per questa sua eleganza venne scelto da Rivarossi nel 1992 per il suo ingresso nell’ormai promettente mercato dei fermodellisti spagnoli.

Venne quindi proposta la Carrozza passeggeri tipo Pullman di prima classe WP 1 (cod. 3513)

la Carrozza passeggeri di prima classe con cucina WPc 2 (cod. 3512)

(le foto dei modelli Rivarossi sono di Stefano Casacci)

e infine la Carrozza di prima classe WSP 3 (cod. 3514)

Uno solo è il rimpianto ammirando queste splendide realizzazioni, che Rivarossi non abbia riprodotto anche la locomotiva Du Bousquet, che con il suo insolito rodiggio 031-130 avrebbe incontrato un sicuro successo non soltanto tra i fermodellisti iberici.

 

Questo il modello esposto al Museo della Scienza di Parigi

Chissà come sarebbe stato quello di Rivarossi….