Treni
Favero (1945-1966) di Padova ha prodotto soprattutto i
treni completi. Inoltre, hanno costruito modelli
ferroviari in scala H0 in materiale plastico. I modelli
sono principalmente molto simili a quelli di altri
produttori. Sono noti:
• Treno completo con locomotiva a vapore 0-3-0 FS (senza
modello specifico) con tender, vagoni passeggeri o merci
e binari.
• Treno completo, SNCF BB 9200 (simile a Hornby Acho/GeGe/Jouef/Lima)
e carrozze CIWL (simili a Lima).
• Locomotore E424 FS
• Locomotore E428 FS (simile a Rivarossi, forse anche
una copia del modello del 1960, ma il telaio, motori,
ingranaggi e così via la locomotiva nella foto sono
tipici dei Treni Favero).
Dario Romani - da modellbahnarchiv.de
Dal catalogo si vede che Favero divideva la propria produzione in Serie Giocattolo e Serie Modello. Della prima faceva parte, ad esempio una locomotiva a vapore e la E 424, mentre nella seconda era compresa la confezione con la BB francese e le carrozze "tipo Pocher" ed i vagoni americani old time. Uso il tempo passato perchè, a quanto ho inteso dal web, la produzione i treni iniziò già negli ultimi anni '50 per terminare attorno al 1966, quando Favero si dedicò al neonato mercato delle slot car.
Visti i
tempi non mi pare che la produzione Favero fosse così
disprezzabile, certo non era pari a Rivarossi ma di
sicuro non era peggio di Lima, anzi penso che la Serie
Modello (copiata o non copiata) fosse meglio di Lima .
Sempre secondo la mia personalissima opinione non credo
sia corretto definire i treni Favero dei giocattoli
visto che la produzione includeva trasformatori, binari,
scambi ecc.., pertanto, belli o brutti, credo possano
far parte del passato fermodellistico italiano.
Un altro discorso è la questione copia o collaborazione, penso non sia importante stabilire se qualcuno ha fatto il birbante ma, nello spirito di Rivarossi Memory, mi piace ricostruire gli eventi legati alla storia di Rivarossi, compresi eventuali accordi commerciali o dispute giudiziarie. Dopotutto, visto anche il sito svizzero su Pocher, la questione da cui tutto è partito, cioè copia/non copia non è ancora stata risolta
Gianni Carrara
Industria giocattoli AGFA S.a.S. di Aldo Favero & C. Via del Santo 88 Limena (PD) Tel. 67583
Alla
fine del 1966 AGFA cominciò a produrre auto per lo slot
racing con il marchio Unicar. Dato che il boom delle
piste in scala 1/24 durò solamente un paio d'anni è
possibile che gli ingenti investimenti necessari per gli
stampi delle carrozzerie e dei telai abbiano causato
qualche problema di liquidità.
Gli stampi dei telai sono stati venduti in Argentina.(
Le auto slot Unicar erano decisamente meglio dei
treni...)
Luciano Luppi
Favero
(ovvero Agfa) con Unicar, certamente si rovinò, cercando
di contrastare la concorrenza. Nel giro di due anni
progettò e produsse almeno quattro tipi di telai 1:24,
sempre più sofisticati, per cercare di rendere i suoi
modellini più competitivi delle vetturette americane
importate, pur mantenendo prezzi inferiori del 40-50%
rispetto alla concorrenza.
Il primo telaio era in alluminio stampato (anodizzato
blu) e tondini di acciaio e montava motori D36 Mabuci
(giapponesi). Era snodabile ma pesante e alquanto
fragile.
Il secondo (leggerissimo) era di alluminio dorato con braccetto in lamierino di acciaio avvitato e montava motori più piccoli (D26). Era indeformabile ma poco performante.
Il terzo aveva il pianale in nylon, elastico e quasi trasparente con l'attacco del motore in alluminio, incastrato senza viti (.......una pena!!!)
Il quarto, del tutto diverso, era abbastanza competitivo: in polipropilene nero (Moplen) completamente snodabile e regolabile ma comunque non all'altezza della Cucaracha americana, delle varie Carrera tedesche e nemmeno della Mini A italiana.
Unicar
non fu competitiva nemmeno nel prezzo a causa
dell'importazione giapponese (Kogure, Plamo Tokio, ecc)
che costava la metà.*
Es: Cucaracha COX: 14.200£ - Scarab Monogram: 10.500£ -
Ferrari P3 Unicar: 6.500£ - Corvette Kogure: 3.500£
(prezzi 1966-67)
Oliviero Lidonnici