L’ITALIA DEI TRENINI PERDUTI

 

 

 Biaggi – GEM (seconda parte): i carri merci in scala HO/OO

A cura di Paolo Giacobbo

 

 

Il  primo dei miei carri GEM è arrivato quasi per caso sui binari di casa mia nel 1959 da un fondo di magazzino e da allora mi sono appassionato alla loro ricerca.

 

Trovo infatti che essi abbiano un fascino particolare, forse più delle locomotive, e possano costituire di per se il tema di una piccola, ma preziosa collezione.

 

Dal 1947 al 54 questi simpatici vagoncini venivano venduti singolarmente oppure in confezione.

In genere le confezioni GEM  (non tutte) presentano una bella  illustrazione “ Art Déco “ sul coperchio

 

 

 

contengono da due a sei carri

 

 

e possono essere dotate o meno di binari

 

Tutte le locomotive di questa marca sono state utilizzate in queste confezioni

Gli ultimi set  GEM, come questo, probabilmente del ’54, con quattro carri

 

 

potevano contenere, per esempio la locomotiva GEM A5A la sola dotata di relais per l’ inversione a distanza

 

Ed ecco i tre diversi fogli d’ istruzioni contenuti nelle confezioni

 

 

 

 

I carri merci GEM compaiono solo in parte sul catalogo

 

 

 

hanno tutti un pianale metallico comune, i ganci tipici della marca in acciaio nichelato oppure in ottone brunito, ruote dapprima in bakelite, poi in plastica  con semi-asse cavo che ruota su di un perno in acciaio inserito  a forza nelle boccole sotto le balestre.

 

Incominciamo con il  “carro a sponde alte con carico di pietrame” come era definito all’ epoca

 

 

con le sponde in lamierino stampato e brunito e i frammenti di sughero che stanno a rappresentare il “pietrame“: in quegli anni oltre a GEM anche PVZ, Conti ed altri usarono questo materiale grezzo o verniciato in bianco o in nero per riprodurre pietre e carbone.

 

Questo carro, invece, è corredato di quattro bellissimi  fusti di combustibile in legno tornito e verniciato con le etichette di quattro case petrolifere

 

 

trattenuti da una doppia catenella in ottone brunito

 

 

Ne conosco due versioni, con fusti leggermente diversi

 

 

Non poteva mancare nella gamma di GEM un carro trasporto legno

 

 

Con le travi in miniatura lucidate a cera e con gli stanti in lamierino d’ ottone.

 

Particolarmente interessante il carro-gru

 

 

con il braccio  realizzato in lamierino d’ acciaio tranciato, piegato e brunito, che ruota su di un supporto di ottone tornito fissato a sua volta al telaio tramite vite e dado. Esso somiglia un po’ al braccio del carro gru Rivarossi, forse fu  prodotto anch’ esso da Marchesini (BO), tuttavia, a differenza di quello della casa comasca, non porta la sigla “AM“.

 

Molto bello anche questo carro con la cisterna rossa della “ Standard “ realizzata in lamierino saldato con accessori in  acciaio brunito

 

 

Negli anni ’50  “Aquila“ era una marca di carburante molto diffusa in Italia. GEM riprodusse anche un “carro-botte“, come si diceva all’ epoca, con questo marchio

 

 

Simile a questo e denominato “carro trasporto nafta“, questo venne proposto dapprima in nero

 

 

e successivamente in color argento con la scritta “GEM“ in rosso

 

 

I carri con botti di legno per il trasporto vino erano molto più diffusi all’ epoca in Francia che in Italia. Questo è, a mio avviso, il primo carro di questo tipo riprodotto in Italia in scala HO/OO

 

 

con le due botti realizzate anch’ esse in legno tornito di colore giallo con cerchiature silver, oppure con le botti in legno cerato e lucidato

 

 

Questo carro merci, dedicato anch’ esso al trasporto vino, porta le scritte del produttore di Chianti Adolfo Giannini

 

 

è dotato di due cisterne verticali in legno tornito

 

 

con scaletta e piattaforma in lamierino d’ acciaio brunito.

 

Francesco Biaggi deve essere stato un amante del vino, visto il numero dei suoi carri destinati al trasporto di questa apprezzata bevanda.

Le cisterne di questo carro

 

 

d!ifferiscono da quelle del precedente per le scritte generiche e per il colore….rosso-vino!


Parliamo ora dei carri GEM per il trasporto automezzi.

Il loro carico è costituito da veicoli Mercury della serie “Micro“, soluzione adottata all’ epoca anche da PVZ, Conti e, successivamente,da Pocher.

Questo carro porta un camioncino con cassone aperto fissato al pianale con un’ unica vite

 

 

I camioncini Mercury potevano essere anche di vari altri colori

 

 

 

Il pianale dell’ immagine seguente

 

 

trasporta un esemplare dell’ allora nuovissima FIAT 1400 (prima serie), prodotta tempestivamente da Mercury al momento della  presentazione al Salone di Ginevra nel marzo 1950. Da notare che essa fu la prima vettura della casa torinese realizzata a scocca portante e le sue linee americaneggianti rientrano perfettamente nello stile “Art Déco“

 

 

Ritornando ai carri trasporto auto, i due illustrati qui di seguito sono corredati di due “ Topolino C “ di colore diverso, prodotte anch’ esse da Mercury.

 

 

 

La 500 C, è uno dei simboli della rinascita italiana del dopoguerra (1949)

 

 

ed anche Conti, oltre a GEM, la scelse a ragione, per essere trasportata sui suoi carri

 

 

Un’auto che gli italiani dell’ epoca consideravano invece “di lusso“ era la Lancia Aurelia

 

 

Forse per questo motivo GEM la scelse come carico per un suo pianale

 

 

E per lo stesso motivo, penso, ne equipaggiò un altro con una Cadillac

 

 

 

Tra le auto un po’ esotiche per l’ epoca non poteva mancare una bella Studebacker rossa

 

 

o una Aero verdina

 

 

 

tutte riunite in questo set con una locomotiva GEM  M5A

 

 

Per continuare la serie dei carri GEM con veicoli Mercury, eccone altri tre, l’ uno con un “camioncino ribaltabile telonato“

 

 

Il secondo con un camion-gru

 

 

il terzo con un pullman decisamente fuori scala

 

 

Meriterebbe un capitolo a parte la serie di carri GEM con auto da corsa di cui conosco una dozzina modelli diversi

 

 

Ferrari, Maserati, Mercedes, Talbot, Lancia, Alfa Romeo, Auto-Union …potete divertirvi, se volete a riconoscere il tipo di auto caricata su ogni carro :

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testimonianze anch’essi dello sforzo economico, tecnico e sociale dell’ Italia del secondo dopoguerra, i carri  merci GEM sono molto più  difficili da trovare di quelli prodotti all’ epoca da Rivarossi, Maerklin o Trix ... ma riguardatene le immagini che parlano da sole!

 

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