SOCIETA' ITALIANA TUBI ISOLANTI

(di Gianni Carrara)

 

Gli anni ’50 furono per l’Italia gli anni della rinascita, in cui un paese uscito distrutto dalla guerra sfruttò al meglio le sue capacità di inventiva e fantasia per ricostruire un’industria che avrebbe portato a quello che passerà alla storia come “gli anni del boom”. Una caratteristica di quegli anni di fervente attività fu la ricerca dello sfruttamento ottimale dei macchinari, al fine di produrre sempre nuovi prodotti sfruttando le strutture già a disposizione.

Un esempio di questa attività è dato dal catalogo che la cortesia del Sig. Ausonio Alemanni, titolare dell’azienda AMI LAC, già descritta in questo sito, ha voluto procurarmi.

 

La copertina del catalogo

 

Ovviamente questa società è scomparsa da tempo, ma questo catalogo ne testimonia una effettiva produzione nel campo del fermodellismo che, anche se finora ignota, merita di essere ricordata.

La domanda è: cosa mai può aver prodotto per il fermodellismo una società che aveva nel proprio nome la produzione di tubi isolanti?

 

La risposta è: binari in diverse scale

 

 

La scala 1

Scala una volta comune a treni a molla ed elettrici.

Si noti che gli scambi sono previsti come elettromagnetici per i sistemi elettrici e manuali per i sistemi a molla. La terza rotaia era praticamente uno standard per questa scala.

 

 

 

 

 

Era possibile avere due raggi di curvatura. Viene giustamente sottolineata la densità lineare di traversine rispetto alle rotaie allora in normalmente in uso, ovvio indice di qualità.

 

 

 

La scala 0

Uno scartamento ancora comune a treni elettrici e a molla.

 

 

 

Binari definiti “speciali” per la densità lineare delle traversine e la loro brunitura


 

 

 

Negli scambi e nell’incrocio viene differenziata la versione per treni elettrici e per treni a molla.

 

 

 

Versione dei binari economica specifica per treni a molla, è evidente il numero ridotto di traversine.

Non è chiaro il senso della terza rotaia trattandosi di treni a molla.

 

 

 

 

Binari e scambi economici per la terza rotaia. Il dispositivo A.C.L. serviva per il collegamento al trasformatore dei binari in scala 1 e o 0.

 

 

 

La scala H0

 

 

 

Una decisa copia dei binari Märklin della serie 3600; anche gli accessori per trasformare i binari da due a tre rotaie sono copiati da Märklin che nei primi anni ’50 produceva dei modelli in H0 a molla con la possibilità di elettrificare i binari.

Notevoli sono le rotaie in trafilato, mentre le rotaie Märklin erano in lamierino sagomato.

 

Esempi di circuiti realizzabili con i binari in H0.

 

 

Retro di copertina

 

 

 

Il listino prezzi

 

 

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