I Plastici originali di Rivarossi

(Massimo Cecchetti)

 

 

PLASTICO 11 

Il plastico, presentato alla Fiera Campionaria di Milano nell'aprile del 1958, è probabilmente il primo a rappresentare degnamente la qualità e la compatibilità fermodellistica che a Como si stava concretizzando con metodo e lucida determinazione. Il plastico, come vedremo più avanti, era anche dotato di un suggestivo automatismo elettrico per la circolazione di ben sei convogli (di cui quattro contemporaneamente).   Rivarossi era giustamente orgogliosa di questa realizzazione che poneva finalmente i suoi plastici (ed il fermodellismo italiano) al di fuori della semplice realizzazione ludica.

Una complessiva del plastico nell'edizione del 1958. Materiale rotabile, edifici, carri, carrozze, accessori tutto descrive la Rivarossi alla fine degli anni '50.   Tra le motrici: la 221 al traino di un grande espresso internazionale mentre lascia la stazione, correttamente sul binario di sx, due 740, una nella rimessa locomotive e l'altra alla testa del convoglio carri botte.  Per i locomotori: un e424 ed un e636 e naturalmente i convogli bidirezionali AN1/R e A 2002. Le stazioni sono ovviamente Doriano, Bellaria e Cecina.   In basso a dx il segnale SB 1, in cui l'elettromagnete e la relativa spina tripolare si impongono un pò troppo sul paesaggio. Ma con l'arrivo del relais Rivarossi, sarà tolto di produzione, dando via libera al più "ridotto" SB 2.

 

Come si nota chiaramente, il plastico ebbe subito un aggiornamento negli anni '59-60, con l'entrata in produzione dei nuovi edifici in plastica che sostituivano la serie Modital, in legno e cartoncino, ed il perfezionamento degli accordi commerciali con Faller e Vollmer. Anche il materiale rotabile, presente nella prima edizione, fu aggiornato con l'entrata in produzione di nuove motrici (Gr 940, e428, e646, visibili nella foto) e la scomparsa della AN1/R e della A2002, l'automotrice elettrica che giustificava l'elettrificazione della linea secondaria.  Rivarossi, togliendo la catenaria, farà gestire il percorso da loco a vapore (come documentato in alcune foto, ma che senso in una linea da punto a punto?) e forse (ma non ne abbiamo la certezza fotografica) dal TEE  (I TEE/R 1959-60).  Bisognerà attendere infatti il 1965 per poter disporre di automotrici (Aln 668) adatte alla piccola linea secondaria.  Sarà sostituita anche la rimessa Modital (S 028) con la rimessa Vollmer 5215. Osservando la foto con attenzione si noterà la sostituzione degli SB 1, particolarmente voluminosi, con i più discreti SB 2, gestiti dai relais Faller o Rivarossi/Trix.  Straordinariamente piacevole e realistico il percorso del fiume.

 

Analizziamo, per prima cosa, il tracciato.  Un semplicissimo ovale, quasi totalmente in galleria, offre, nell'area della stazione a valle,  ben quattro binari di transito ed un tronchino per la rimessa locomotive.  Dal primo binario della stazione principale (Doriano) parte anche una linea secondaria, che, passando attraverso una stazione intermedia con raddoppio (Bellaria), raggiunge la stazione di testa a monte (Cecina), dotata di tre tronchini e scalo merci. Il plastico misurava cm 300x218 ed era sostenuto dai tavoli componibili per plastici, di produzione Rivarossi, presentati a catalogo proprio quell'anno.

 

un'esempio di tavoli componibili Rivarossi, qui venduti assieme ad un set ferroviario completo, nel catalogo 1958. Era ovvio che Alessandro Rossi volesse proporre, proprio alla grande manifestazione milanese, questa nuova soluzione, peraltro poco duratura (durerà poco più di un anno), forse a causa del debole interesse dimostrato e del costo ragionevolmente elevato.

 

Ma ritorniamo al plastico. Ho esordito esaltando le caratteristiche estetiche e fermodellistiche dell'impianto. A Como, sotto la direzione di Alessandro Rossi, le maestranze realizzarono un plastico dalle curve fluide ed ampie, con un notevole parco ferroviario, un deposito locomotive e una linea secondaria che, snodandosi in un territorio collinare, raggiunge la stazione di testa. Il territorio collinare è ricostruito con esemplare eleganza e la ferrovia vi è immersa totalmente, dando la percezione della vastità del  territorio rispetto ai binari.

 

la ferrovia scorre serena tra natura ed opere d'arte ferroviarie. Sulla dx quattro convogli attendono la partenza, alternandosi tra loro e gestiti dai relais Faller dell'impianto  L'automotrice elettrica FNM con rimorchiata sta scendendo a valle dove incrocerà, a Bellaria, la doppia di AN1/R proveniente dalla stazione principale. Sulla sx, invece, lo spettacolare incrocio di due ponti, uno dei punti più suggestivi del plastico, e di cui parleremo dettagliatamente più avanti.  Un piccolo appunto: ma dove andranno i passeggeri, una volta scesi a Bellaria o a Doriano?

 

il relais Faller 649 nella confezione del 1958. Nell'impianto RR era sempre accoppiato al relais termico Faller 647 che ritardava la partenza dei convogli, dando ai treni un notevole effetto realistico.  Rivarossi dedicherà a questa innovazione ben 12 pagine della rivista H0rr (n. 28-29-31) con una speciale grande attenzione allo schema elettrico, in questo caso particolarmente complesso.

 

:  Il delizioso incrocio, ancora in fase di costruzione, tra i due ponti Vollmer, in un angolo particolarmente attraente del plastico. Nella profonda gola che si determina, si presume la presenza di un fiume profondamente incassato tra le rocce.  Il ponte ad arcate Vollmer 2009/V sovrappassa i due ponti Vollmer 2001/V a via inferiore.  Il ponte ad arcate misura cm 36 ed è comodamente contenuto dai due binari dritti RD 20 previsti dal tracciato.  Interessante notare il pannello ribaltabile dedicato ai relais Faller: i relais F/649 ed i relais termici F/647 per per la gestione dei movimenti dei treni.  Era la prima volta che RR movimentava i suoi treni in completo automatismo e con relais Faller. Occorreranno ancora 4 anni prima dell'immissione sul mercato del relais Rivarossi 4206 (in realtà un accessorio Trix commercializzato durante la collaborazione con la Casa tedesca).  Da notare due delle numerose botole di accesso all'interno del plastico.

 

inquadratura opposta alla precedente.    I due ponti sono visti dall'interno del plastico, con la prospettiva dell'osservatore posto di fronte alla stazione principale. Il piano di appoggio dei tavoli, il "novopan" era uno dei nuovi materiali (Faesite) che cominciavano ad entrare nell'uso quotidiano di un'Italia in grande e meritato sviluppo economico.  Sulla dx l'accesso al raddoppio della piccola stazione intermedia "Bellaria".

 

ancora una complessiva del plastico nell'edizione 1958.   Splendido ed ordinato il quadro comandi che sarà nascosto alla vista da una strada al servizio di Cecina e del suo scalo merci. Interessante il grande piano in legno del parco stazione principale per sollevarlo a quota 28mm e poter quindi scendere a quota "zero" in prossimità dell'incrocio dei due ponti.  Nella foto sono già presenti tutti gli edifici che animeranno il  plastico.  Nella foto deve essere ancora ultimata la posa della catenaria oltre Bellaria.

 

il lato sx del plastico. Il piazzale di Doriano appare in tutta la sua magnificenza.  Sono presenti due pensiline accoppiate (S 024) fra il terzo ed il quarto binario.  In prossimità del casello S 05 si intravvede il largo ponte in curva all'uscita di Doriano.

 

inquadratura dal lato dx. Tutti i segnali, nella prima edizione, sono dotati di relais incorporato (SB 1). Nella riedizione degli anni '60, saranno sostituiti dai meno voluminosi SB 2, accoppiato ad un relais Faller o Rivarossi/Trix.

 

finalmente un primo piano del plastico nelle sua revisione degli anni '60.  La 270 Castano, al traino del suo convoglio FNM, passa sopra il ponte in curva sul lato sx dell'impianto.  I portali di galleria sono Faller e permettono l'uso razionale della catenaria RR che giustamente si ancora alla muratura nel cavo di sostegno.  Come già osservato, la catenaria è stata tolta dalla linea secondaria, destinandola alla trazione a vapore o termica.

 

un piano più ravvicinato del precedente. Sulla sx in basso il secondo dei ponti presenti all'uscita di Doriano e frutto di un'elaborazione di materiali Faller con l'allargamento del piano di calpestio.

 

probabilmente la più recente e descrittiva foto del plastico.  Si intravvede, in alto e nascosto tra gli alberi, il binario che porta alla stazione a monte. La 740 impegna il secondo binario di Dubino (tenendo la dx, ahimè) mentre scende a valle. Non ci è dato di capire come fossero girate le loco a vapore sul percorso da punto a punto. Forse venivano utilizzate le locotender in spinta (Gr 940, 270 FNM) dato che l'impianto, come abbiamo visto ampiamente, non disponeva di una piattaforma girevole.  Le automotrici Aln 668 sarebbero arrivare pochi anni dopo per garantire un servizio bidirezionale sulla linea secondaria, ma forse nel frattempo il plastico poteva essere già stato smantellato.

 

Plastici originali