(di Massimo Cecchetti)

 

C.P. HUNTINGTON-1864

 

4-2-4 – SOUTHERN PACIFIC

fermodellisti:  Sigg. Antonio e Angelo Strino – La Spezia

anno 1957

 

 

Il prototipo della macchina presa a campione dai due fratelli fermodellisti. L'inusitato rodiggio e la particolare architettura della locomotiva li aveva entusiasmati e spinti alla sua riproduzione in scala per arricchire la loro collezione. Il loro entusiasmo aveva fatto anche sorgere il proposito di dedicare alla locomotiva un piccolo plastico “old time”.

 

La locomotiva era raffigurata, nella metà degli anni '50, solo in fotografia, in riviste specializzate “straniere”.  La macchina era (ed è) conservata al Museo ferroviario della Southern Pacific di Sacramento – California), per cui i due fermodellisti decisero di disegnare e quotare il figurino dalla semplice osservazione e confronto con le foto disponibili.

La macchina (una Crampton) era dedicata al terzo presidente della compagnia Collis P. Huntington e non riusciamo a darci ragionevole spiegazione dello strano ed inusitato rodiggio se non con la giustificazione che l'unica ruota motrice serviva per trainare treni dal peso ridotto (un solo asse), veloci (il grande diametro della ruota) e su curve di diametro particolarmente stretto (l'assenza di un passo rigido determinato da più assi motori).          Il carrello anteriore facilitava l'entrata in curva della macchina mentre il bissel posteriore, dotato di molleggio, garantiva alla macchina una maggiore aderenza e forse anche un  maggior comfort di marcia ai macchinisti.

 

 

 

Ed ecco il modello in H0 della Huntington. L'insieme è particolarmente armonioso e rispecchia con notevole fedeltà le proporzioni e i semplici particolari del prototipo.

 

 

Non ci è dato di sapere i materiali usati dai costruttori per la realizzazione del modello. Forse ottone, forse legno ma con interventi al tornio per riprodurre il duomo e la sabbiera, particolarmente belli,  mentre il fumaiolo ci sembra frutto di un'autocostruzione, come pure il grande fanalone anteriore. E' particolarmente interessante la dotazione di combustibile del tender: tronchetti di legno al posto del carbone. Anche questo un indizio per comprendere pienamente l'utilizzo di questa macchina in particolari territori.

 

 

 

 Ma ecco che finalmente i due fratelli ci svelano la componentistica Rivarossi (...parti staccate...) usata.

 

Dal Catalogo Ricambi estrapoliamo le immagini dei quattro componenti indispensabili per la motorizzazione del modello: il motore, un c.c. SFN 736, comodamente alloggiato tra cabina e tender e le bellissime ruote SFN 835, dal grande diametro di 25 mm, appartenenti alle L SP/R e L 442/R ed il carrello anteriore SFN 286 (L 442/R). Il carrello motore invece, SFN 983, subisce un piccolo intervento chirurgico da parte dei fratelli Strino per poter riprodurre il corto passo del carrello originale:  “un assale è stato reso folle ed alloggiato al posto dell'ingranaggio di rinvio eliminato”. Per cui intuiamo, oggi, la bassa forza di trazione del modello, certamente costruito più per arricchire il parco macchine dei due fratelli che per trainare convogli sul plastico.

Gli Autori ci informano anche dell'illuminazione del grande faro centrale, naturalmente con    una SFN 823 e naturalmente della classica, immancabile e sempre bella campana SFN 684.

Le uniche bielle sono derivate da una coppia di SFN 950 (L B&O). Oggi il ribattino che identificava la testa-croce ci sembra un orrore ma al tempo era perfettamente tollerato dai fermodellisti che l'avrebbero visto ancora in dotazione alla L B&O, con biellismo semplificato, negli impianti completi di quell'anno (I B&O A2/R).

 

Diamoci da fare