I Carri Merci Italiani

Sul primo catalogo del 1946 Alessandro Rossi aveva proposto solo l'automotrice elettrica E2002 e la trainata, senza carri merci, ma già dal catalogo successivo questi imprescindibili rotabili fecero la loro apparizione. Erano un carro a sponde alte Ltm, un carro chiuso F e due pianali con sponde basse.

Devo rilevare che la produzione di carri merci, intesa come quantità di prodotti proposti, non è stata particolarmente copiosa se rapportata al numero di locomotive in catalogo. Ai molti carri proposti negli anni '50 seguiranno poche nuove proposte negli anni successivi, se non ri-colorazioni e aggiornamenti dei prodotti già a catalogo, o i carri frigo di derivazione Pocher.

Durante i primissimi anni di attività tutti i rotabili subirono continue modifiche tendenti a migliorarli esteticamente e a renderli più economici da realizzare, passando da una produzione semiartigianale a una industriale. Ad esempio i primi carri avevano respingenti in metallo realmente molleggiati, che poi divennero fissi ma sempre in metallo, per poi diventare in plastica nera applicata e infine sempre in plastica ma dello stesso colore del carro.

E' quindi estremamente difficile districarsi tra le varianti dei primi modelli: piccole differenze e stesso codice (che fino al 1960 sarà alfanumerico e diverrà numerico solo dall'anno successivo). E per problemi di editing, spesso i cataloghi raffiguravano il modello dell'anno precedente e comunque i particolari modificati non erano visibili sui cataloghi in bianco e nero dei primi anni.

 

Carri Aperti con Sponde

Carri Pianale

Carri Chiusi

Carri Frigo

Carri tramoggia

Carri Cisterna

Carri Speciali

Pianali mezzi militari

 

Nota per la datazione dei carri Rivarossi

I carri con i respingenti molleggiati sono stati realizzati da 1947 al 1950 sulle serie in corrente alternata: Serie Normale fino al 1949 e Serie Blu nel 1950. Dal 1952 non si parla più di respingenti a molla e neanche di carri specifici per la serie Blu

1954-1956 passaggio dalla bachelite al polistirolo nella realizzazione dei modelli, con conseguente rifacimento degli stampi e miglioramento anche estetico del modello. Dalle immagini sui cataloghi non è sempre rilevabile questo passaggio, ma a volte lo si può capire dal testo a corredo dell'immagine (anche dalla lunghezza del modello).

Le vecchie scatole coi rombi le troviamo almeno fino al 1956 (il carro C L esce in quell’anno e ha questa scatola)
La scritta Rivarossi in corsivo (anni ’60) è stata adottata nel 1959, da catalogo.
Le prime scatole col trasparente hanno ancora la scritta vecchia (anni ’50) e sono databili al 1958.
Probabilmente le hanno “copiate” dalla produzione per Lionel (1957) che voleva i modelli inscatolati in box col trasparente (nella mia tesi ho scritto erroneamente che per le scatole rosse col trasparente RR aveva “preso spunto” da quelle per AHM, ma nel 1958 non lavorava ancora con AHM!).

Ergo le scatole a righe sono databili tra il 1956-58, senza dimenticare che RR non buttava nulla, quindi sicuramente ci sono state sovrapposizioni temporali tra le varie tipologie di scatole.

I ceppi dei freni compaiono nel 1960, da catalogo. Quindi i carri coi ceppi sono sicuramente successivi a quell’anno, mentre se sono senza o sono precedenti o sono “semplificati”

I codici alfanumerici tipo C Poz/g sono stati usati fino al 1960, dal catalogo 1961/62 compare la codifica numerica, ancora affiancata a quella vecchia C Poz/g (2025).
La numerazione alfanumerica scompare definitivamente dal catalogo 1963/64 (verificare).

 

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